Da un bruttissimo gesto è nata un’iniziativa che sta coinvolgendo tutta la città che si è svegliata carica d’amore
Una storia bellissima. E ogni giorno si arricchisce sempre più di cose meravigliose e struggenti. E così da un gesto davvero indegno, brutto e insignificante è nata un’onda anzi, uno tsunami d’affetto incredibile per una famiglia che soffre da otto anni per la perdita di un figlio. E Milano risponde presente come forse non ha mai fatto in questi ultimi anni.

E per fortuna si dice che sia una città fredda e distaccata. Invece Milano e i milanesi hanno dato una dimostrazione di grandissima umanità, dolcezza e partecipazione. E così, da una frase brutta buttata su un foglio, con un piccolo ma significativo girasole strappato via per un atto di cattiveria, è nata una storia incantevole, di pura insensibilità. Da ormai tre giorni il parco di via Dezza, in centro a Milano, dove una mamma Laura Scolari e un papà Giorgio Meszely dal 2017 lasciano un fiore per ricordare Alessandro, il loro unico figlio, che è morto a 15 anni mentre giocava a basket con i suoi amici, ma un malore se l’è portato via all’improvviso.
Di girasoli in questi anni ne sono stati lasciati almeno duecento. E sempre lì, sulla rete del parco e aumentavano, solo che a qualcuno questa cosa non andava giù e li toglieva e poi strappava con disprezzo perché davano fastidio, si pensa. “Non strappatemi. Non mi sono più rialzato dopo essere caduto su questo campo. Questo girasole mi ricorda. Grazie, Alessandro”. Ma è stata la risposta cattiva e indegna a scatenare la rabbia e l’amore dei milanesi: “Se tutti mettessero un fiore per ogni morto, Milano sarebbe una pattumiera“.
Centinaia di girasoli sul campo per il piccolo Ale
E da quel gesto così brutto, la gente ha cominciato a tappezzare il campo e la rete circostante di girasoli, talmente tanti che perfino i turisti si fermavano a fotografare quello spettacolo di fiori così inusuale e bello allo stesso tempo.
Tramite la pagina Facebook “La Giornata Tipo” e anche tramite il Corriere della Sera, le persone hanno risposto e scritto e anche inviato foto con tanto di girasole annesso per dare prova di come la gente andava e depositava il proprio girasole come a dire che non ci stava a così tanta cattiveria di persone che non gradivano questo gesto così indegno e contrario. “E’ stata una giornata dura, sì, ma limpida: qualcosa si è mosso. Una crepa si è formata. Dalla crepa è passata l’antica sofferenza, ma anche inaspettato calore“, ha scritto la mamma del piccolo Alessandro. E anche tanti messaggi scritti, oltre al girasole, lasciati sulla rete che circonda il parco, come quello di un ragazzo: “Non conoscevo Ale, ora sì“.

E ogni giorno andrà avanti così, sempre di più, tanto che la famiglia del piccolo Alessandro ha fatto sapere che per sabato 29 novembre tante persone si sono date appuntamento alle 14,30 si ritroverà al campo di via Dezza portando ognuno un girasole. Una manifestazione d’amore nata e organizzata in maniera spontanea.





