Il festino dell’orrore: stupro e torture in Costa Azzurra. Imprenditore lombardo condannato a 20 anni

E’ stato arrestato e condannato alla massima pena possibile Alessandro Grasso, l’imprenditore lombardo accusato di stupro e torture ai danni di una donna. I fatti accaduti in un festino a Nizza 

L’imprenditore 56enne Alessandro Grasso per motivi di lavoro e vita privata ha sempre viaggiato tra Milano, Cinisello Balsamo, la Liguria di Ventimiglia e la Costa Azzurra, occupandosi di mobili e di locali. Da venerdì pomeriggio l’uomo si trova in carcere dopo che i giudici del Tribunale di Nizza si sono espressi con una condanna in primo grado a 20 anni di reclusione – massima pena possibile.

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Il festino dell’orrore, condannato imprenditore lombardo a Nizza per stupro e torture (ansa) milano.cityrumors.it

Grasso, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe stuprato e torturato una donna di 67 anni con cui aveva una relazione. Dopo la sentenza dei giudici francesi, ora si attende il ricorso da parte degli avvocati dell’imputato, i quali attestano che il loro cliente è estraneo ai fatti.

Il festino

I presunti fatti sarebbero avvenuti nell’appartamento della vittima a Mentone nella notte tra l’8 e il 9 novembre del 2019. Da quella serata la donna avrebbe subito, nel corso degli anni, diversi e delicati interventi chirurgici a causa della ferocia subita dall’imprenditore lombardo. Dopo il 9 novembre e per i successivi quattro giorni, la sorella di Alessandro Grasso, non riuscendo più a contattare il fratello al telefono aveva raggiunto la stazione dei carabinieri di Ventimiglia, in Liguria, dove l’imprenditore aveva l’ultimo domicilio, per presentare denuncia di scomparsa.

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Il festino dell’orrore, condannato imprenditore lombardo a Nizza per stupro e torture (ansa) milano.cityrumors.it

Secondo la sorella, Alessandro era morto, molto probabilmente ucciso. Invece l’imprenditore lombardo era vivo. Agli uomini dell’arma la sorella di Grasso aveva raccontato che dalla Francia, era arrivata a Ventimiglia una donna che le aveva confessato di un festino avvenuto in Costa Azzurra a base di alcolici dalla quale anche un’altra donna era stata poi ricoverata per in gravi condizioni con ferite compatibili con violenze sessuali.

Secondo quanto riferisce la sorella, Grasso era partito per la Francia con l’intenzione di capire meglio la situazione ma dalla sua partenza aveva perso ogni contatto con il fratello il quale, come in un secondo momento si è scoperto, era andato in ospedale per incontrare proprio quella donna ferita ed era stato salvato dalla polizia da un tentativo di linciaggio dei parenti della ricoverata.

3 scenari nelle indagini

Gli investigatori francesi, dopo averlo salvato dal linciaggio dei parenti della presunta vittima in ospedale l’avevano arrestato e incriminato quale unico responsabile. Inizialmente nelle indagini la polizia aveva esaminato 3 diversi scenari:

  1. un gioco sessuale tra i due finito male: una degenerazione non voluta oppure la volontà della donna di terminare il gioco senza il volere però di Grasso, che invece aveva continuato e infierito sulla donna quasi come forma di punizione;
  2. una trappola azionata contro lo stesso imprenditore, ma in tal caso rimane un mistero sia l’eventuale autore della trappola sia il fine;
  3. la totale e unica responsabilità di Grasso nel violentare e torturare la donna, magari convinto che, in conseguenza della quantità di alcolici bevuti e di uno stato di semi-incoscienza, non avrebbe ricordato quasi nulla e conseguentemente non sarebbe stata creduta.

Alla fine gli investigatori avevano scelto il terzo scenario, in seguito accolto dai giudici come quello più plausibile, considerate anche le prove contro l’uomo.

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La testimonianza

A far decidere per la massima pena possibile i giudici del Tribunale di Nizza è la chiara testimonianza raccolta dalla donna, presunta vittima di Alessandro Grasso, la quale ha testimoniato la lenta agonia delle operazioni chirurgiche subite nel corso del tempo che hanno incluso anche  la ricostruzione chirurgica di parti anatomiche della stessa.

Questo autentico calvario rende la posizione di Alessandro Grasso irrimediabilmente compromessa. A meno che nuove indagini difensive riescano a individuare elementi decisivi a suo vantaggio l’imprenditore lombardo dovrà scontare la condanna a 20 anni di reclusione. Intanto il tempo trascorso dalla notte del festino è di 4 anni e, ad oggi, nessun dettaglio a favore di Grasso si è palesato.

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