Fabrizio Corona condannato: dovrà risarcire un giudice

Il Tribunale di Brescia ha condannato Fabrizio Corona a risarcire la giudice Marina Corti per una campagna di diffamazione e minacce seguite a un provvedimento giudiziario risalente al 2021.

Fabrizio Corona è stato condannato a risarcire la giudice Marina Corti per una campagna di diffamazione e minacce condotta nel 2021, quando il Tribunale di sorveglianza di Milano, presieduto dalla stessa Corti, aveva disposto la revoca dei domiciliari per l’ex fotografo dei vip.

Fabrizio Corona
Fabrizio Corona, 51 anni, protagonista di una sentenza che lo ha visto imputato – Credits ANSA (Milano.CityRumors.it)

A pronunciare la sentenza la prima sezione civile del Tribunale di Brescia, competente per le cause che coinvolgono magistrati milanesi  che ha riconosciuto la gravità degli attacchi e stabilito un risarcimento di 36 mila euro, oltre a 7.700 euro per le spese processuali. Corona dovrà inoltre pubblicare a sue spese la sentenza su almeno quattro testate online.

Fabrizio Corona e il giudice: le accuse social

L’11 marzo 2021, dopo la revoca della misura domiciliare decisa per ripetute violazioni, Corona fu arrestato in un clima tesissimo. Prima dell’arrivo degli agenti, aveva pubblicato una serie di video su Instagram mostrando il volto insanguinato per dei tagli autoinflitti, accompagnati da gravi accuse e minacce rivolte alla giudice.

LEGGI ANCHE – Milano, accoltellamento in via Saponaro al Gratosoglio: grave un uomo dopo una lite per strada

“Guardalo, dottoressa Corti, il sangue che sprizza. E ancora non hai idea di quello che farò dentro quel carcere” era stato uno dei messaggi postati online dal popolare influencer. Scene scioccanti che portarono anche alla sorveglianza della casa della giudice per timore di ritorsioni.

Le motivazioni del giudice

Secondo la sentenza firmata dal giudice Alfredo De Leonardis, il comportamento di Corona ha esposto la magistrata a una campagna mediatica diffamatoria, mirata e pericolosa, ‘un’autentica gogna mediatica’ – dice oggi il giudice.

LEGGI ANCHE – Omicidio-suicidio al Corvetto il giorno dopo: silenzio, dolore e domande senza risposta

Le accuse rivolte al giudice Corti, si legge nel provvedimento, non avevano alcun fondamento probatorio. L’ex fotografo ha cercato di difendersi invocando il diritto di critica e cronaca, ma ha finito per ammettere di aver agito anche con l’intento di attirare l’attenzione dei propri follower, elemento che ha pesato sulla valutazione della sua piena responsabilità.

Fabrizio Corona, dalla Cassazione alle minacce

Un elemento usato dalla difesa di Corona è stato invece l’annullamento in Cassazione del provvedimento di revoca, considerato viziato da un difetto di motivazione. Ma, secondo il Tribunale di Brescia, il fatto che l’atto sia stato poi annullato non legittima reazioni violente e offensive. La via corretta per reagire a una decisione giudiziaria non condivisa è quella processuale, come dimostra il successo ottenuto in un secondo momento dai legali di Corona.

LEGGI ANCHE – Magenta, sorpreso con quattro chili di cocaina in uno scatolone: arrestato

Al contrario, le minacce, le accuse e i toni violenti utilizzati pubblicamente, sia sui social che in tv, hanno rappresentato un attacco diretto alla figura della giudice Corti.

Un precedente significativo

La sentenza rappresenta un precedente importante sul rapporto tra diritto di critica e responsabilità mediatica, specie in un’epoca in cui i social amplificano ogni messaggio. Il Tribunale ha ribadito con forza che non è tollerabile che l’attività di un magistrato venga messa in discussione attraverso canali alternativi e non istituzionali, e che le critiche, per quanto legittime, devono sempre rientrare nei limiti del rispetto e della veridicità.

Fabrizio Corona, già più volte protagonista di episodi controversi, dovrà ora affrontare le conseguenze economiche e reputazionali di una vicenda che rimette al centro la necessità di distinguere tra espressione e diffamazione.

Gestione cookie