Secondo alcune tracce trovate a seguito dell’evasione del detenuto Cristian Braidich dal carcere di Bollate pare che l’uomo sia fuggito scavalcando la recinzione. Ma c’è anche un’altra ipotesi al vaglio degli inquirenti
In merito alla fuga dal carcere milanese di Bollate del pluripregiudicato Cristian Filippo Braidich, c’è chi pensa che il detenuto sia uscito passando direttamente dalla porta carraia approfittando del viavai e della condizione di detenuto “sconsegnato”, ovvero libero di muoversi all’interno della casa circondariale per raggiungere l’officina meccanica dove, ogni giorno, lavorava per poi far rientro nell’istituto.
Le ipotesi al vaglio degli inquirenti che indagano sulla sua fuga sono due al momento. Rimane il fatto che il 42enne è sparito nel nulla da quando sabato scorso, 22 giugno 2024, intorno le 10 del mattino il detenuto è uscito dal carcere e non ha fatto più rientro in cella. L’allarme è scattato solo alle 22 della sera quando, durante la conta, gli agenti si sono resi conto che Braidich mancava all’appello.
L’evasione premeditata di Braidich
Sabato mattina Cristian Filippo Braidich, nato a Benevento il 17 novembre 1982 ma considerato uno degli esponenti di spicco della famiglia che ha eletto a suo fortino le Case bianche tra viale Testi e viale Sarca a Milano, è uscito dal carcere di Bollate senza far rientro in cella la sera di sabato 22 giugno.
Il segretario regionale del sindacato della polizia penitenziaria Sappe, Alfonso Greco, ha dichiarato, come riporta oggi anche il Giorno: “Il detenuto, di etnia rom, con fine pena nel 2032, lavorante presso l’officina regionale e ‘sconsegnato’, si è allontanato dalle 10 di mattina di sabato scorso, uscendo probabilmente dal blocco del carcere, e solo ieri sera (sabato ndr) alle 22 durante la conta si sono accorti dell’evasione”.
“Da un successivo controllo della cella in cui era ristretto, è stato rilevato che non vi erano più effetti personali e quant’altro e quindi l’evasione era stata sicuramente premeditata. L’evasione riapre la ferita delle condizioni della struttura di Bollate e quindi l’inefficienza di un’amministrazione che, nonostante le continue segnalazioni, continua a ignorare le problematiche. E’ inaccettabile che ancora oggi avvengano evasioni in modo così rocambolesco solo perché proprio l’amministrazione non ha ancora effettuato i necessari interventi strutturali”.
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Il profilo del pluripregiudicato
Il 42enne Cristian Braidich era finito, per l’ennesima volta, in carcere nell’aprile del 2021 dopo essere stato arrestato insieme ad altre 36 persone a seguito di un’inchiesta antidroga seguita dai Carabinieri della Compagnia Duomo a Milano in merito a un giro di spaccio in piazza Prealpi molto importante.
Al criminale, allora 38enne, era stato contestato il reato di spaccio di sostanza stupefacente: in particolare: 11 chili di hashish venduti il 27 gennaio 2019. La Cassazione, il 29 ottobre 2020, ha successivamente confermato nei suoi confronti anche un patteggiamento per ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da sparo.
Questi ultimi reati sono stati contestati a Cristian Braidich alle prime luci dell’alba del 10 giugno 2019 quando a bordo di una Ducati Panigale piombò in corso Como ed esplose alcuni colpi di pistola, probabilmente a seguito di una discussione violenta avvenuta davanti a un bar qualche ora prima. I militari dell’Arma dei carabinieri lo arrestarono quasi un mese e mezzo dopo il fatto a Varazze, Liguria, dove il criminale, nel frattempo, si era nascosto in un appartamento.