I dati parlano chiaro: la situazione del bullismo sui social sta sfuggendo di mano anche a Bergamo. Ecco l’evoluzione della situazione
Secondo i dati forniti dalla sesta rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza Hbsc Italia, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità delle Università di Torino, Siena e Padova, attualmente in Italia il bullismo colpisce circa il 15% dei ragazzi. La percentuale sale al 20% nei bambini di 11 anni e scende poi al 10% con il crescere dell’età. Non emergono, invece, differenze significative tra le regioni, anche se c’è un dato decisamente allarmante ed in crescita ed è quello relativo al cyberbullismo.
Per cyberbullismo si intendono tutte quelle azioni aggressive e del tutto intenzionali che vengono mosse da un singolo o da un gruppo, mediante l’uso di strumenti elettronici, ai danni di una terza persona. I mezzi sono quindi soprattutto le applicazioni di messaggistica istantanea come Whatsapp e Telegram o i social network, oggi estremamente diffusi anche tra i giovani e i giovanissimi. Con l’allargarsi della platea di utenti di queste piattaforme aumenta quindi anche il cyberbullismo e, se i dati relativi al bullismo sono stabili nel tempo, quelli relativi a questo fenomeno online sono invece in netta crescita. Ecco la situazione della Lombardia e di Bergamo.
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Secondo quanto riferito a L’Eco di Bergamo da Luca Biffi, responsabile della struttura semplice di Prevenzione delle dipendenze del Dipartimento di igiene e prevenzione Sanitaria di Ats Bergamo, l’attuale aumento del cyberbullismo nella città di Bergamo e in generale in tutt’Italia è da attribuire alla diffusione massiccia degli smartphone. I dati, infatti, parlano chiaro: dal 2018 al 2022 si è passati dal 9% al 15% in tutt’Italia e dall’8% al 14% in Lombardia.
Come nel bullismo dal vivo il bullo ricerca un “pubblico” di fronte al quale prendere in giro e denigrare la propria vittima, così avviene anche online. Il poter condividere foto, video e contenuti di qualsiasi tipo, infatti, rende l’atto ancora più grave e le conseguenze possono essere drammatiche, per il ragazzo che subisce l’atto. Se nella regione della Lombardia il cyberbullismo coinvolge il 14% dei ragazzi, a livello mondiale la percentuale è ancora più preoccupante e si attesta sul 25%, quindi un ragazzo su quattro.
Il primo passo per contrastare il bullismo è quello di coinvolgere attivamente le scuole e i docenti. Secondo Luca Biffi, infatti, è fondamentale che gli insegnanti siano formati adeguatamente: il bullismo è più facile che si radichi in ambienti poco sereni, quindi favorire un clima pacifico e disteso in classe è il primo passo per evitare che si sviluppino personalità problematiche. La strada da seguire è quindi quella della prevenzione: aiutare i ragazzi a gestire i sentimenti di rabbia e frustrazione, ad esempio, permetterà loro di conoscersi meglio e di aprirsi alle differenze, quindi di non cadere in comportamenti dannosi per sé e per gli altri.
Fondamentale, inoltre, è che ogni ragazzo si senta considerato, importante, valido: cercare di non denigrare gli ultimi della classe ma, al contrario, supportarli nelle loro difficoltà e coinvolgere attivamente tutti è il primo modo per non creare differenze tra gli studenti, sulle quali possono andare a costruirsi poi atti di bullismo tra compagni.