Il problema dell’amianto sta allarmando la Lombardia e, in particolare, Milano ritenuta secondo i dati Inail presentati, la provincia con maggior numero di lavoratori ammalati e di decessi. E’ allarme anche in altre 3 province
L’allarme è concreto e, purtroppo, non è rilegato al passato. Ad oggi, secondo quanto emerso nel convegno promosso dalla Cgil Brescia “Un futuro senza amianto” in vista del prossimo 28 aprile, Giornata dedicata alle vittime di amianto, il problema è più che mai attuale.
A sottolinearlo nero su bianco sono i dati Inail presentati da Giuseppe Alì e Onofrio Procaccio durante il convegno. L’amianto ancora influisce sul presente e questo per due motivi: sia perché gli effetti dell’esposizione all’amianto da parte dei lavoratori hanno lunghi periodi di latenza sia perché oggi le bonifiche espongono ancora i lavoratori a questo materiale. Così scatta l’allarme in ben 4 province della Lombardia.
Antonella Albanese, Cgil Brescia, durante il convegno ha dichiarato in merito alla sicurezza sul lavoro e alla pericolosità del materiale a cui sono esposti gli addetti ai lavori, come riporta il Giorno: “L’amianto rappresenta ancora oggi un problema. Noi lo abbiamo definito un problema del passato che influisce sul presente”.
Nel 2022, secondo i dati Inail presentati a Brescia, erano 124 i lavoratori con malattie professionali asbesto-correlate riconosciute. Di questi 53 con esito mortale (sul totale in Italia di 244 decessi). Tra le province lombarde, quelle con più casi risultano essere Bergamo e Milano ambedue con 26 morti.
Seguite da Pavia con 14 e Brescia con 13 morti. La regione Lombardia rimane, dunque, tra le regioni italiane più colpite e con più casi riconosciuti. Peggio della Lombardia solo la Campania con 131. Mentre, spostando lo sguardo alle rendite di inabilità permanente, al 31 dicembre 2022 sempre secondo il rapporto Inail 2023, i casi evidenziati sono 327 solo in Lombardia. Mentre la regione Campania presenta il dato più elevato con 775 casi. Infine, sono 2.367 le rendite a superstiti da malattie asbesto-correlate. Dato impressionante questo che pone l’accento su una storia importante di esposizione all’amianto.
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Accanto ai numeri scioccanti nell’ambito lavorativo, si affiancano anche le prestazioni una tantum mesoteliomi non professionali che indicano un’esposizione ambientale, non legata al lavoro. In questo senso, in Lombardia in 7 anni (2015-2022) le domande accolte dall’Inail sono state quasi mille su 1.307 in tutta Italia.
Di questi mille: 540 riguardano gli uomini e 448 le donne. Rimane, comunque, il problema dei lavoratori ex esposti che, in tal senso, rimangono fuori dai controlli medici del lavoro una volta andati in pensione. Secondo i numeri raccolti dallo sportello avviato proprio da Cgil Brescia: sono 131 gli ex lavoratori in pensione esposti all’amianto.
La maggior parte di questi ex lavoratori arriva da acciaierie site nella provincia di Brescia dove si occupavano di saldature, manutenzioni o erano addetti alla colata continua. Attualmente i maggiori rischi riguardano invece i lavoratori che fanno le bonifiche. Secondo Siria Garattini ed Ettore Brunelli, medici del lavoro che collaborano con lo sportello della Cgil Brescia: sono 1.552 le aziende in Lombardia che hanno notificato alle Ats una bonifica amianto, di cui 161 a Brescia. In conclusione, Antonella Albanese ha dichiarato: “Considerando una media di 4 lavoratori, solo nel Bresciano sono 600 i nuovi esposti all’amianto all’anno“.