San Siro, un futuro di cemento: il nuovo masterplan di Inter e Milan prevede la demolizione quasi totale del Meazza. La storia di un’icona verso la conclusione
Un dato che fa rabbrividire, un numero che segna la fine di un’era. Del glorioso San Siro, icona del calcio mondiale, rimarrà in piedi solo il 9%. La notizia, che ha il sapore di un’umiliazione, emerge da un documento ufficiale, una relazione che svela il masterplan di Inter e Milan per il futuro stadio.
Se il destino del Meazza era già segnato, i nuovi dettagli – raccontati dal Corriere della Sera – svelano una distruzione quasi totale, che non lascia spazio alla nostalgia. I numeri sono chiari e non ammettono repliche. La “Relazione conclusiva alla negoziazione”, preparata dai docenti del Politecnico e della Bocconi, rivela che la demolizione della struttura sarà quasi totale.
Verranno abbattuti interamente il primo e il terzo anello, così come le torri che da decenni caratterizzano lo stadio. Ma il dato più sconvolgente riguarda il secondo anello: verrà demolito per l’80%, lasciando in piedi solo un misero 20%.
I costi di questa demolizione si attestano a 126,8 milioni di euro, un aumento significativo rispetto alle stime precedenti. E c’è una ragione ben precisa. La relazione svela una verità ancora più inquietante: i carotaggi effettuati sul calcestruzzo hanno rilevato la presenza di contaminanti, tra cui il cromo. Questo significa che le oltre 228.000 tonnellate di materiale dovranno essere trattate come “materiale contaminato”, rendendo lo smaltimento più complesso e costoso.
Mentre il Meazza si prepara a cedere il passo, i club hanno svelato i dettagli del nuovo piano, che trasformerà l’area in una vera e propria cittadella. Il masterplan prevede la costruzione di uffici (43.000 metri quadrati), hotel a quattro stelle (20.000 metri quadrati con 350 camere ciascuno) e parcheggi.
Ci saranno anche negozi, ristoranti e un unico, grande museo di Inter e Milan. Per quest’ultimo, si ipotizza un costo del biglietto di 38 euro, con una stima di 450.000 ingressi all’anno.
L’impatto economico previsto, secondo le società, è di oltre 3 miliardi di euro. Ma le promesse di ricchezza non bastano a fermare l’opposizione.
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Il “Comitato sì Meazza” ha già annunciato che presenterà ricorso al Tar e un esposto in Procura e alla Corte dei Conti. Una battaglia legale, l’ennesima, che si scontrerà con la volontà di demolire un simbolo e di costruire un futuro che, a giudicare dai numeri, non ha più nulla a che fare con la sua gloriosa storia.