Il mondo dello sport ha perso uno dei suoi grandi protagonisti: senza di lui in Italia i tifosi sarebbero stati molto più poveri
Oggi il calcio in tv e sulle piattaforme a pagamento, ma più in generale tutto lo sport, è soprattutto una sfida a due tra Sky e DAZN. A turno poi si inseriscono la Rai, Mediaset, Amazon Prime ma c’è un’altra realtà che negli ultimi 20 anni ha fatto la storia. E oggi piange il suo fondatore, una figura fondamentale per tutti gli sportivi in Italia.
Perché nel 2024 Sportitalia festeggerà i suoi primi 20 anni di vita dimostrando che la scommessa è stata vinta. Era il 2004 quando il mondo della televisione italiana fu stravolto dalla fusione tra TELE+ e Stream e dalla contemporanea cessione per legge delle frequenze in chiaro.
L’affare fu fiutato dal finanziere tunisino Tarak Ben Ammar che le acquistò in collaborazione con l’emittente satellitare Eurosport, sede principale a Parigi. Il debutto, il 6 febbraio 2004, con il notiziario SI Live e la differita di una partita della Coppa Libertadores. Da lì poi sono nati anche Sportitalia 2, evoluzione di SI Live 24), e SI Solo Calcio.
Fin da subito sono fioccate anche le occasioni, tutte in chiaro sul digitale terrestre, come le partite della Serie B. Ma soprattutto è stata una palestra per far crescere diversi talenti del giornalismo sportivo.
Poi, con varie trasformazioni a livello societario e di proprietà, siamo arrivati ai giorni nostri, con la direzione di Michele Criscitiello che ne è anche proprietario. E le acquisizioni importanti sono continuate, non ultima la Coppa d’Africa che sta trasmettendo oggi come farà nel 2025.
Se il volto di Michele Criscitiello e di tutto lo staff che lo accompagna ogni giorno su Sportitalia è ben conosciuto dal pubblico il merito però è di un’altra persona. Bruno Bogarelli, scomparso nei giorni scorsi a 73 anni dopo aver lottato a lungo con un male incurabile.
Aveva cominciato nei primi anni ’80 a Canale 5 con Silvio Berlusconi, diventando uno dei suoi collaboratori più stretti. Grazie a lui erano nati i primi programmi informativi nelle varie testate giornalistiche del gruppo ed era diventato direttore di Videonews oltre che coordinatore della redazione sportiva di Italia 1. E a lui dobbiamo lo sbarco in Italia delle prime partite NBA trasmesse da Mediaset.
Nel 1988 aveva lasciato Fininvest e fondato con il fratello Marco (scomparso 3 anni fa a causa del Covid) la Media Partners. L’obiettivo era chiaro: diventare come poi in effetti è stato società leader in Europa nel campo del marketing sportivo, fino all’acquisizione da parte di Infront. Insieme a Ben Ammar e ad Eurosport era stato lui nel 2004 a fondare Sportitalia, dale quale è stato anche direttore e punto di riferimento insostituibile fino al 2013.
Ha avuto anche il merito di formare e lanciare diversi talenti del microfoni. Come Massimo Callegari, oggi telecronista a Mediaset. O come Stefano Borghi, la voce più riconoscibile di DAZN, che lo ha ricordato commosso: “Bruno era visionario, sfrontato, elegante, anche divisivo e con contraddizioni. Ha sempre messo al primo posto il sogno, quello che andavi a vivere inseguendo qualcosa”.