Immortalare la Galleria Vittorio Emanuele dall’alto, sfruttando la telecamera montata sul suo drone, deve essere sembrata un’idea suggestiva alla turista americana di 38 anni che poi ha azionato il dispositivo.
Peccato che il Plotone d’onore, che stazione proprio in Galleria, non fosse dello stesso avviso e sia intervenuto prima con il sequestro del drone, poi con la notifica di una denuncia penale e, infine, con una multa da 33 mila euro.
L’uso dei droni, in qualsivoglia angolo della città, deve infatti tenere conto della effettiva possibilità di utilizzo e delle autorizzazioni da parte di Enac e Prefettura.
Episodi di questo tipo non sono un’eccezione: solo a gennaio era stato multato un turista cinese. Prima di lui, a ottobre 2020, era stata la volta di un uomo, questa volta italiano, che aveva azionato il drone sopra a Palazzo di Giustizia.
Secondo la Polizia locale, dal 2018 a oggi, le infrazioni registrate per un uso improprio del drone sono state circa quattordici. Non sempre è stato possibile individuare i responsabili come nel caso del ritrovamento di un drone distrutto sul terrazzo di un ufficio in via Torino o nel caso di quello incastrato a Palazzo Reale, scoperto grazie alla segnalazione dei cittadini.
Dopo l’ennesimo episodio, sulla questione si è pronunciato il vicesindaco Anna Scavuzzo: “Stiamo valutando una comunicazione diretta a quanti torneranno per turismo in città, che per portarsi a casa un’immagine suggestiva di Milano non prestano la giusta attenzione all’incolumità delle persone”.
“Lavoriamo a tutela dei cittadini – ha aggiunto – la norma prevede che l’area sottostante il volo sia messa in sicurezza ed evacuata. Non possiamo “chiudere un occhio“ o limitarci ad azioni dissuasive e dobbiamo essere molto attenti all’uso delle riprese che non possono essere effettuate senza autorizzazione”.