A pochi giorni dal Vaccine-day, la giornata simbolica di somministrazione del vaccino avvenuta in contemporanea in diversi stati europei, sta suscitato sorpresa e preoccupazione il dato diffuso sull’adesione alla campagna vaccinale da parte degli operatori delle Rsa.
Il primo dato a riguardo è stato diffuso dalla Ats di Brescia che parla di una adesione ferma al 20%. Il presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche della zona, Stefania Pace, ha dichiarato che si farà il possibile per sensibilizzare gli operatori su questo tema dal momento che proprio queste strutture hanno registrato il numero maggiore di vittime da coronavirus.
Spostandosi di provincia, però, la stessa situazione è stata segnalata anche a Pavia dove solo 2 operatori su 10 si sono detti disposti a vaccinarsi e questa tendenza riguarda tutte le 85 case di riposo presenti sul territorio.
Sul fronte dei medici, invece, il dato più confortante arriva dalla provincia di Monza e Brianza con un’adesione alla campagna vaccinale che ha sfiorato il 90%.
Il tema dell’adesione al vaccino, specie del personale sanitario, non solo in Lombardia, agita in queste ore anche il dibattito politico.
Il Governo, infatti, ha escluso l’obbligatorietà lasciando che a motivare sia il senso di responsabilità individuale.
Non mancano, sul tema, le prese di posizione degli esperti da quella del prof. Massimo Galli direttore delle Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano che ha invitato gli operatori sanitari che rifiutano il vaccino a cambiare mestiere al 92enne presidente dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini che ha prestato il volto e la convinzione nella scelta alla causa del vaccino in occasione delle prime somministrazioni.