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L’uomo che collezionava ossa

La Procura di Milano ha chiuso un’inchiesta, durata 3 anni, che coinvolgeva un ingegnere milanese coinvolto in uno strano commercio di ossa umane.

Lo racconta oggi il Corriere. L’indagine era arrivata al professionista allorché erano stati rintracciati dei pacchi diretti negli Usa e in Svizzera, spediti da lui e che contenevano dei teschi. Da una perquisizione condotta nel suo appartamento erano poi emersi altri reperti nell’ordine di tibie, clavicole e altre ossa di cui l’ingegnere ignorava la provenienza illecita.
Dalle indagini era poi emerso che nella rete di scambi erano coinvolti anche un anatomopatologo di Praga e un collezionista dell’Aquila.

Alla fine, la conclusione degli inquirenti è che con questa pratica nulla avevano a che fare il satanismo o la mercificazione di ossa umane.Motivo per cui il reato è stato derubricato a collezionismo contestando però l’ illecito amministrativo sul possesso dei reperti. Per il regolamento di Polizia mortuaria del 1990, infatti, questi reperti non possono circolare fuori dai cimiteri, a meno che non siano destinate a laboratori per studio o ai parenti delle salme che ne reclamino il possesso.

Il materiale, che rimane sotto sequestro, entrerà a far parte del Labanof, il laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università degli Studi diretto da Cristina Cattaneo.