Davvero singolare la storia che accompagna la scomparsa di Umberto Quintino Diaco, 75enne senzatetto trovato morto di stenti alla fine di gennaio nei pressi della stazione di Porta Garibaldi, qui a Milano.
Tanto da meritare un articolo sul Corriere della Sera a firma Cesare Giuzzi.
Sì perché dagli accertamenti di rito svolti dalla Polizia in tanti, troppi, casi simili al suo, è emerso che Umberto aveva accumulato sui suoi conti correnti bancari oltre 100mila euro, era proprietario di una casa in Calabria dove aveva anche due furgoni con tanto di assicurazione in regola.
Tra i pochi effetti personali che gli sono stati trovati addosso c’erano anche documenti bancari e la ricevuta di una pensione da 750 euro che riceveva dalla Germania dove aveva lavorato per anni come gruista nei cantieri edili.
Nonostante questo, viveva per la strada da circa 20 anni ma si appoggiava alla Caritas ambrosiana solo per ricevere la posta.
E proprio dalle sue lettere si è capito che Umberto aveva lasciato la sua famiglia e la sua terra quando aveva solo 17 anni per emigrare altrove.
Da allora, come ha raccontato sua sorella sempre al Corriere, i rapporti con la famiglia di origine si erano interrotti senza appello.
Soffriva di disturbi psichici, Umberto, e negli anni aveva sempre rifiutato l’aiuto dei servizi sociali del Comune.