Triennale Milano presenta, per domani 10 novembre alle 18:30, un incontro dal titolo “Lina Bo Bardi: un’icona contemporanea”, pensato per ripercorrere la storia professionale e umana dell’architetto e designer.
Proprio quest’anno la Biennale di Venezia ha deciso di dedicarle il Leone d’Oro speciale. All’iniziativa prendono parte Zeuler R. Lima, ricercatore, artista, designer, curatore e professore di architettura alla Washington University che è anche autore della prima biografia di Bardi dal titolo “La dea stanca”, da un epiteto utilizzato da Valentino Bompiani; Roberto Dulio, professore associato al Politecnico di Milano; Carlo Gandolfi, architetto e fondatore di Bunker-arc;
La presenza di Francesca Molteni, curatrice, regista e autrice, permetterà di approfondire la figura di Lina Bo Bardi nella sua molteplice veste di curatrice, editor e agitatrice culturale.
Claudio Feltrin, presidente di Arper, e Marco Benvegnù, Head of corporate brand, racconteranno invece l’incontro avvenuto con lei nel 2012 che ha portato all’ideazione e organizzazione della mostra “Together” e allo sviluppo della Bardi’s Bowl Chair, una seduta realizzata, per la prima volta, a partire da un progetto del 1951.
La tavola rotonda sarà moderata da Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano.
Triennale Milano porta avanti così il lavoro di promozione e valorizzazione dei Maestri del design e della architettura italiani e di rafforzamento di un sistema virtuoso di dialogo con aziende, editori, istituzioni, archivi, centri di studio per realizzare progetti di ricerca volti alla realizzazione di mostre, pubblicazioni e giornate di studio.
Chi è Lina Bo Bardi
Achillina Bo è nata a Roma nel 1914 e dopo laurea in architettura, decide di trasferirsi a Milano per lavorare nello studio di Gio Ponti.
Negli anni della guerra apre un proprio studio che viene però distrutto durante i bombardamenti del 1943, un episodio che la spinge verso le idee e l’agire della Resistenza. In questi stessi anni collabora con diverse testate e diventa direttore, a soli 25 anni, della rivista “Domus”, fondata dallo stesso Ponti.
Nel dopoguerra, oltre a partecipare al Congresso nazionale per la ricostruzione, fonda con Bruno Zevi il settimanale “A – Cultura della Vita”.
Nello stesso periodo incontra e poi sposa il giornalista, gallerista e critico d’arte Pietro Maria Bardi e con lui si trasferisce in Brasile nel 1946.
Due anni dopo inizia a dedicarsi al design e alla progettazione d’interni oltre che all’architettura con la realizzazione della loro abitazione, chiamata Casa de Vidro, completamente immersa nella natura.
L’edificio è oggi una casa museo in memoria dei due coniugi.
Negli anni sessanta e settanta la sua attenzione si sposta su progetti urbanistici e proposte abitative economiche mentre il decennio successivo la vede impegnata in opere di recupero architettonico di edifici industriali, primo tra tutti la fabbrica Pompéia a San Paolo trasformata in un centro sociale oggi apprezzato per le numerose attività sociali, culturali e sportive che accoglie.
Lina Bo Bardi si è spenta a San Paolo del Brasile nel 1992.