Incredibile la canzone scritta da Celentano 52 anni fa. Il testo, svelato oggi sui social, è lo specchio della Milano attuale
Incredibile pensare che 52 anni fa Adriano Celentano abbia scritto un testo che sembra descrivere proprio la Milano di oggi, quella che è sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali per via dei livelli di smog. Nelle ultime ore, infatti, l’artista ha pubblicato sul proprio profilo Instagram un brano scritto nel 1972: ecco le parole.
Artista nato a Milano nel 1938, Adriano Celentano è un milanese doc e, proprio per l’amore che prova per la sua città, probabilmente soffre a sapere dell’attuale situazione relativa ai livelli di smog che la affligge. L’artista, però, sembra aver previsto questa problematica e, soprattutto, sembra che già negli anni Settanta vedeva Milano come una città complessa, dal punto di vista climatico e ambientale: ecco infatti il brano, scritto cinquantadue anni fa e pubblicato in queste ore.
Leggi anche – 19enne si lancia da un’auto in corsa guidata da un amico: è in gravissime condizioni. Indagini sul gesto
Leggi anche – Studentessa 20enne violentata fuori da una discoteca di Milano: aggressore arrestato
“I motori delle macchine già ci cantano la marcia funebre”
Senza alcuna didascalia, senza alcun commento o dichiarazione. Adriano Celentano, nel suo stile iconico ed inconfondibile, pubblica sul proprio profilo Instagram un testo integrale di un brano scritto da lui nel lontano 1972: la canzone parla di Milano e, soprattutto, dell’aria malsana che caratterizza la città e della scarsa qualità di vita di chi ci vive.
“Per la tua mania di vivere in una città, guarda bene come c’ha conciati. La metropoli, belli come noi, ben pochi sai ce n’erano. E dicevano: quelli vengono dalla campagna, ma ridevano, si spanciavano. Già sapevano che saremmo ben presto anche noi diventati come loro, tutti grigi“: sono queste le prime frasi, che inaugurano un brano che sembra essere stato scritto oggi.
L’entusiasmo dei fan
Non sappiamo se Adriano Celentano pubblicherà mai questo brano e se, al momento, esista una base musicale sulla quale si appoggiano queste parole. I fan, però, sono già in visibilio: “Una canzone del 1972 dove nessuno avrebbe mai pensato allo scempio attuale. Soltanto tu saresti stato capace di farlo. Quanto sei vero… ti aspettiamo” scrive un utente, a cui fanno eco migliaia di altri, come quello di un’altra fan: “Avevi ragione tu, fin dall’inizio”.
Il testo integrale del brano
“Per la tua mania di vivere in una città, guarda bene come c’ha conciati la metropoli. Belli come noi ben pochi sai ce n’erano e dicevano: quelli vengono dalla campagna, ma ridevano, si spanciavano. Già sapevano che saremmo ben presto anche noi diventati come loro, tutti grigi come grattacieli, con la faccia di cera con la faccia di cera. È la legge di questa atmosfera, che sfuggire non puoi, fino a quando tu vivi in città.
Nuda sulla pianta prendevi il sole con me e cantavano per noi sui rami le allodole. Ora invece qui nella città i motori delle macchine già ci cantano la marcia funebre e le fabbriche ci profumano anche l’aria, colorandoci il cielo di nero che odora di morte. Ma il Comune dice che però la città è moderna non ci devi far caso se il cemento ti chiude anche il naso. La nevrosi è di moda, chi non l’ha ripudiato sarà ahia non respiro più mi sento che soffoco un po’. Sento il fiato che va giù, va giù e non viene su: vedo solo che qualcosa sta nascendo, forse è un albero: sì è un albero di trenta piani.“