Si è spento all’età di 92 anni nella sua casa romana Franco Graziosi, attore di teatro e di cinema considerato uno dei maggiori interpreti strehleriani con opere come “Arlecchino servitore dei due padroni” di Carlo Goldoni e un memorabile “Il giardino dei ciliegi” di Cechov.
Per il cinema è stato diretto da Sergio Leone, Francesco Rosi, Nanni Moretti in “Habemus papam” del 2011 e Paolo Sorrentino nel 2013 ne “La grande bellezza”.
Graziosi era nato il 10 luglio del 1929 a Macerata per poi trasferirsi a Roma dove si era diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Poco dopo era iniziato il sodalizio artistico con Strehler fino a diventare uno dei pilastri della sua compagnia insieme a Giulia Lazzarini, Ferruccio Soleri, Tino Carraro e Valentina Cortese. Si era poi esibito con altre compagnie private diretto, tra gli altri, da Orazio Costa, Luigi Squarzina, Luca Ronconi, Diego Fabbri, Giorgio Albertazzi, Vittorio Gassman e Mario Missiroli.
Tra gli anni ’60 e ’70 Graziosi era stato protagonista dei grandi sceneggiati televisivi come “I masnadieri” di Schiller, regia di Anton Giulio Majano del 1959, “La sconfitta di Trotsky” di Marco Leto del 1967 e “Le cinque giornate di Milano” per la regia di Leandro Castellani del 1970.
“Ha rappresentato con rigore e sobrietà la tradizione della grande scuola di recitazione italiana” lo ha ricordato il ministro della cultura Dario Franceschini.
“Un’ironia sottile, un’autorevolezza rara, appena camuffata da un ineffabile understatement, lo sguardo acuto e penetrante, una saggezza dolente di calda umanità, l’inconfondibile timbro di voce”. Con queste parole si è espresso in una nota il direttore del Piccolo Teatro di Milano, Claudio Longhi che ha anche aggiunto: “Franco se ne è andato con la semplicità toccante che lo ha sempre contraddistinto. Lascia il ricordo vibrante del suo ‘gioco’ colto e sopraffino. Grazie Franco. Grazie di cuore”.