Il sindaco Sala ha incontrato oggi i rappresentanti di Inter con l’ad Alessandro Antonello e Milan con il presidente Paolo Scaroni per riprendere le fila del progetto di trasformazione di San Siro.
Si è arrivati a un accordo e la prima vera novità è che la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici del 2026 si terrà nella struttura esistente, un modo, ha spiegato Sala per omaggiare uno dei simboli della città.
I lavori sullo stadio e sull’area circostante potranno quindi partire subito dopo ma dovranno rispettare tre parametri, come ha spiegato il Sindaco stesso in un post su Instagram:
– il nuovo stadio dovrà rispettare le linee e i volumi contenuti nello studio di fattibilità che è già stato presentato all’amministrazione;
– la riconversione dell’area circostante, per dare vita a un nuovo distretto dello sport e dell’entertainment dovrà avvenire in un “contesto verde”.
È infatti prevista la costruzione di due grattacieli per uffici, un terzo da adibire a hotel, un centro congressi, due centri commerciali e un ulteriore edificio;
– “le concessioni di diritti volumetrici per sviluppi urbanistici accessori allo stadio – ha scritto quindi Sala – non deroghino a quanto consentito dal Piano di governo del territorio vigente”.
Gli incontri per discutere del progetto sul nuovo San Siro erano andati avanti anche nel 2020, nonostante la pandemia. Erano stati quindi presentati due progetti, elaborati dagli studi Populous con “La Cattedrale” e Manica-Cmr e Sportium con “Anelli”.
La trattativa con il Comune aveva subito una battuta di arresto a causa del nodo volumetrie che poi si era sciolto con un accordo raggiunto a giugno dello scorso anno e l’impegno a rivedere i progetti. Poi la seconda ondata del covid prima e l’avvio della campagna elettorale per le elezioni comunali poi avevano fatto passare il progetto San Siro in secondo piano.
Se ne è discusso, di nuovo, oggi. Sala ha quindi concluso: “Le due società si sono dichiarate d’accordo rispetto a queste proposte. A questo punto ritengo che la Giunta possa procedere rapidamente a deliberare il pubblico interesse”.