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Rapporto DIA 2019: il fenomeno mafioso in Lombardia
Reso noto il rapporto che fotografa come, dove e con quali modalità la mafia è presente in Lombardia.
In questi giorni è stato reso noto il contenuto della Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività e i risultati conseguiti dalla Dia, la Direzione Investigativa Antimafia. Il periodo preso in esame è stato il secondo semestre del 2019. Il testo ha fotografato le caratteristiche e la diffusione del fenomeno mafioso su tutto il territorio nazionale soffermandosi poi sulla situazione nelle singole regioni. Per quanto riguarda la Lombardia, in particolare, il quadro che è emerso è il seguente:
Si sono registrati diversi casi di corruzione. A titolo di esempio sono state citate le inchieste Leonessa di Brescia che ha svelato un giro di tangenti all’interno della pubblica amministrazione e un filone dell’inchiesta Mensa dei poveri 4 che ha portato a una serie di arresti per corruzione. In questi casi, le persone coinvolte non erano riconducibili a contesti di criminalità organizzata ma ne avevano sposato i metodi. Spesso gli indagati erano singoli individui e non appartenenti a gruppi criminali;
Il rapporto ha descritto un nuovo metodo di azione della criminalità, non più basato sulla intimidazione bensì sulla complicità di figure inserite in ambiti economici e amministrativi che hanno interessi comuni;
Dalle operazioni di polizia, dalle inchieste giudiziarie e dal monitoraggio delle attività imprenditoriali, inoltre, è stato possibile stabilire anche il livello di radicamento del fenomeno mafioso sul territorio lombardo. Il rapporto ha rilevato un’elevata infiltrazione nel tessuto imprenditoriale e in quello degli appalti pubblici, soprattutto nel rilascio di autorizzazioni, licenze e concessioni pubbliche. I settori più interessati da questo fenomeno sono risultati la ristorazione, le costruzioni, i rifiuti, i servizi di custodia e sorveglianza, il trasporto di merci, le autodemolizioni e il commercio di auto.
La Lombardia, inoltre, è risultata al quarto posto per numero di immobili confiscati con 3.036 unità e al quinto posto per numero di aziende confiscate che sono 358.