Si è spento a Johannesburg all’età di quasi cento anni il generale Gianadelio Maletti che fu accusato e processato per depistaggio in merito ai fatti di Piazza Fontana.
Il decesso, in realtà, è avvenuto lo scorso mese di giugno ma ne è stata data notizia solo oggi.
Dopo la carriera nell’Esercito, Maletti diventa ufficiale di collegamento presso l’ambasciata italiana ad Atene nel 1967 per poi essere assegnato al SID – il Servizio segreto militare – nel 1971 come capo del reparto di controspionaggio.
Il suo nome si è legato ai principali fatti di cronaca nera degli anni ’70, dalla strage di piazza Fontana per la quale si sospetta la sua mano dietro la fuga del sospettato Marco Pozzan fino alla strage di piazza della Loggia.
Ma il suo nome ricorre anche negli intrighi di Palazzo che lo videro opporsi al suo superiore Vito Miceli allorché riuscì ad incastrarlo per il coinvolgimento nel golpe Borghese del 1974. Il suo nome ritorna anche nei fatti legati alla Loggia P2 di Licio Gelli.
Fu processato a Catanzaro dove fu condannato nel 1979 in primo grado a quattro anni poi ridotti a due in appello.
La fuga in Sud Africa risale al 1980 mentre la sua ultima apparizione in Italia risale al 2001 in occasione dell’ultimo processo, celebrato proprio a Milano, sui fatti di piazza Fontana.