C’è tempo fino al 25 luglio per visitare la mostra dal titolo “Le signore dell’Arte” che Palazzo Reale ha dedicato a 34 artiste vissute tra il ‘500 e il ‘600 per un totale di 134 opere esposte.
Nelle intenzioni dei curatori, Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, la mostra è una sintesi ideale tra una manifestazione che si è svolta a Los Angeles nel 1950 e che ha dato spazio, per la prima volta, alle donne artista e quella dal titolo “L’altra metà dell’avanguardia” curata da Lea Vergine, sempre a Palazzo Reale nel 1980.
Il percorso espositivo si concentra su due secoli per ripercorrere gli unici modi che le donne avevano per accedere all’arte: o perché figlie di un artista, o perché ci si trovava in convento o, ancora, perché si apparteneva alla nobiltà. Anche per quanto riguardava i generi, le possibilità riservate alle artiste erano limitate ai ritratti, alle miniature, alla pittura religiosa destinata alla devozione privata e alle nature morte.
La mostra si apre con le opere di Sofonisba Anguissola e con la sua “Madonna dell’Itria”, restaurata proprio per questa occasione che esce, per la prima volta, dalla chiesa della Santissima Annunziata di Paternò che la ospita.
Una sala è dedicata alle artiste di nobili origini e presenta il lavoro dell’unica scultrice presente, Properzia de’ Rossi, che è anche l’unica presenza femminile nell’opera di Vasari dedicata alle vite degli artisti.
A seguire ci sono le artiste che hanno operato all’interno dei conventi e tra queste si impone Orsola Maddalena Caccia che ha lasciato pale d’altare, quadri da camera e nature morte oltre a due opere riscoperte di recente.
La sezione più corposa della mostra di Palazzo Reale è quindi dedicata alle figlie d’arte che annovera Lavinia Fontana che si è dedicata ai ritratti, con soggetti biblici e religiosi oltre che alla pittura di paesaggio e Tintoretta, ovvero Marietta Robusti presente con due opere; Rosalia Novelli figlia di Pietro Novelli, il principale pittore siciliano del Seicento, che è stata la prima donna a realizzare una pala d’altare dietro commissione dei gesuiti palermitani; l’artista milanese Margherita Volò che si specializzò nelle composizioni floreali.
Una sala a parte è dedicata a quelle artiste che riuscirono ad accedere alle Accademie e tra queste Diana Scultori che si dedicò all’arte dell’incisione e Giovanna Garzoni, accademica di San Luca e specializzata nelle miniature e nelle nature morte dove prevale il dettaglio nella resa di piante e animali.
L’ultima sala della mostra di Palazzo Reale è dedicata ad Artemisia Gentileschi presente con sei dipinti. Meritano particolare attenzione una “Madonna del latte” attribuito all’artista nel 2015 e che fa parte di una collezione privata, un David riscoperto nel 2020 ed esposto in questo contesto per la prima volta e la “Maddalena Sursock” danneggiato dall’esplosione di Beirut del 2020 e attribuito con certezza solo di recente ad Artemisia.