L’ospedale Niguarda ha reso noto l’esito della risposta immunitaria generata dal vaccino Pfizer somministrato al proprio personale. L’indagine, condotta in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano è ancora in corso e riguarderà 2.497 operatori monitorati con prelievi a 3/6/12 mesi dalla seconda somministrazione di vaccino.
Dai primi dati, il 98,2% del personale ha sviluppato gli anticorpi al covid e nel 62.6% dei casi in misura superiore alle attese. Si parla, infatti, di 2.000 BAU (Binding Antibody Unit) /ml, per il 21.6% tra 1.500 e 2.000 BAU/ml, per l’11.4% tra 1.000 e 1.500 BAU/ml e per il 4.3% un valore inferiore a 1.000 BAU/ml. Inoltre, grazie a un test di laboratorio di ultima generazione, sono stati rintracciati e quantificati gli anticorpi IgG, quelli che bloccano il recettore della proteina Spike.
“Si tratta di risultati estremamente positivi e incoraggianti – ha commentato Francesco Scaglione, direttore del laboratorio di analisi chimiche e microbiologia di Niguarda – anche al di sopra delle aspettative.
Su 2.497 vaccinati sono stati individuati solo 4 soggetti ‘non responder’.
Nello specifico si tratta di persone immunodepresse, con un trascorso di trapianti o patologie che implicano l’uso di farmaci che inibiscono la naturale risposta immunitaria dell’organismo”.