Dopo 74 anni, il Museo Poldi Pezzoli, lo scrigno di arte e cultura di via Manzoni, si riappropria del suo stemma scultoreo.
Il manufatto è in bronzo, riporta i simboli della famiglia che ha dato il nome al palazzo ed è opera di Lodovido Pogliaghi.
In passato ornava il balcone della facciata quando venne staccato per il restauro del palazzo a seguito dei violenti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. In quella stessa circostanza, all’avvio dei lavori, sparì.
La denuncia del furto reca infatti la data del 3 dicembre 1946.
Per anni non se ne seppe più nulla fino a che non ricomparve tra gli oggetti all’incanto di una casa d’aste ligure nel 2018.
I Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza erano riusciti a rintracciare la proprietaria, una donna padovana, e a sequestrare il bene facendolo ritornare di proprietà del Museo. Oggi, nell’anninersario della scomparsa, è tornato nella sede che gli è propria.
Per il momento non è chiaro se lo stemma verrà ricollocato nella sua posizione originale.
Il Poldi Pezzoli è una casa museo aperta al pubblico nel 1881 che si presenta quindi come una sintesi tra le scelte abitative volute dai proprietari e le opere esposte in seguito che spaziano dalla pittura alla scultura passando per orologi e strumenti scientifici, tessuti, scultura e armi, solo per citare alcune delle collezioni esposte.
Tra le tante stanze che lo popolano ci sono la sala d’Armi che mostra l’evoluzione bellica dal medioevo alla modernità, lo studiolo dantesco del proprietario ispirato al Medioevo, la sala nera con le pareti rivestite di ebano e il salone dorato in stile rinascimentale e che aveva un soffitto a cassettoni rivestito d’oro poi andato distrutto durante i bombardamenti.
I dipinti ospitati sono circa 300 e coprono il periodo dal Medioevo al settecento. Sono per lo più ritratti e dipinti di piccolo formato.
Tra le donazioni arrivate nel corso degli anni anche 400 netsuke, piccole sculture di provenienza giapponese datate tra il XVII e il XIX seecolo.
Il Palazzo ospita anche capolavori in prestito per mostre temporanee come accadde nel 2019 con la Madonna Litta di Leonardo, arrivata da San Pietroburgo per i 500 anni dalla nascita del genio di Vinci.