Il tutto, all’indomani della chiusura del bando, avvenuta l’8 marzo, per la presentazione dei progetti causando non pochi problemi di natura organizzativa per i partecipanti che avevano già consegnato il progetto per il secondo Arengario.
Il sovrintendente Antonella Ranaldi ha spiegato che una soluzione aerea tra i due blocchi va a compromettere “un cannocchiale visivo e prospettico di straordinaria valenza urbana”, quello, per intenderci che va da piazza della Scala, attraversa la Galleria Vittorio Emanuele II e permette di vedere, in prospettiva, i due Arengari e la Torre Martini di piazza Diaz.
La Sovrintendenza ha poi sottolineato che il Comune era a conoscenza di questa contrarietà a favore di una soluzione ipogea che ampliasse l’accesso dal metrò all’attuale Museo del Novecento.
Quindi molti dei progetti presentati sono, di fatto, nulli per effetto di questa decisione. Motivo per cui il Comune si è affrettato a spostare la scadenza del bando al 18 marzo per consentire le opportune modifiche.
La situazione, come è facile intuire, ha generato non pochi malumori evidenziati da Paolo Mazzoleni, presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano e da Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica.
Entrambi concordano sulla scarsa tempestività con cui si è espressa la Sovrintendenza.