Movida selvaggia a Milano. I residenti non ce la fanno più: la vita notturna mette in pericolo la quiete in alcune zone della città.
Tanto rumore per nulla, o quasi. A Milano sono anni, precisamente dal 2017 al 2021, che va avanti il discorso riguardo la movida selvaggia. Non è soltanto una discussione tra residenti: è diventata una diatriba legale da quando, in Corso Garibaldi, luogo cardine della vita notturna, tre residenti hanno portato il Comune in tribunale chiedendo il risarcimento danni.
L’azione legale è andata avanti per moltissimo tempo. Causa covid l’iter giudiziario è rallentato, ma ora le manovre sono riprese a pieno regime e non è un buon segno per Palazzo Marino. I residenti vogliono andare fino in fondo e i danni richiesti sono piuttosto alti. Circa 29mila euro a testa per un computo di 500 euro al mese rispetto alla durata del disagio, cioè 4 anni.
La diatriba legale è a un punto di svolta: il Comune di Milano ha cercato di trovare una mediazione, ma non sembra essere stato possibile. Gli inquilini del civico 104 non vogliono saperne, pretendono un risarcimento in merito alle cosiddette immissioni sonore eccessive, che non sono nient’altro che l’evoluzione di quello che normalmente è conosciuto come disturbo della quiete pubblica.
I residenti non dormono più, anche a causa del traffico a qualsiasi ora della notte, dettato – appunto – dalla costante apertura senza orari e senza freni. I locali hanno bisogno di guadagnare, ma anche gli abitanti necessitano di tranquillità. Lo stallo si risolve, almeno parzialmente, con un sempre più plausibile risarcimento.
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500 euro al mese per ciascun residente. Praticamente una sorta di “pensione integrativa”. Se l’iter passa, sarà un duro colpo per Palazzo Marino. Non solo in ambito economico, ma proprio rispetto alle tematiche strutturali. Evitare ulteriori citazioni in giudizio passa da una vera e propria ricostruzione che, adesso, il Comune non può permettersi. Allora, forse, non resta che frugarsi nelle tasche.