Sono state depositate oggi le motivazioni della sentenza che lo scorso 3 giugno ha condannato i due ex contabili della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, rispettivamente, a cinque anni e quattro anni e quattro mesi.
Il gup Guido Salvini, al termine del rito abbreviato, ha concluso: “La loro attività di origine politica è risultata soprattutto finalizzata ad ottenere arricchimenti personali”.
Nel testo di oltre 100 pagine si legge ancora che insediarsi “in un Ente regionale e sfruttare tale posizione (anche) per dirottare su se stessi denaro pubblico è un pessimo esempio perché aggiunge sfiducia e rifiuto da parte dei cittadini nei confronti delle amministrazioni territoriali e nella attività politica in genere”.
Per entrambi le accuse erano di peculato e turbativa d’asta nell’ambito della vicenda che vede coinvolta la Lombardia Film Commission e la compravendita del capannone di Cormano, un’operazione nata allo scopo di sottrarre 800 mila euro di fondi pubblici da destinare a scopi personali.
Degli altri protagonisti coinvolti nella vicenda, il commercialista Michele Scillieri e suo cognato Fabio Barbarossa non hanno mai collaborato con i magistrati e hanno chiesto il patteggiamento; il presunto prestanome della trattativa sul capannone, Luca Sostegni, l’unico a scontare la detenzione, ha ottenuto il patteggiamento proprio in virtù della sua collaborazione all’inchiesta.
Secondo i magistrati, Manzoni e Di Rubba, insieme a Scillieri, hanno ideato l’operazione sull’immobile di Cormano scelto come nuova sede della Lombardia Film Commission di cui Di Rubba era presidente.
L’immobile fu acquistato da una società sull’orlo del fallimento intestata fittiziamente a Sostegni ma in realtà in mano a Scillieri, senza effettuare alcun pagamento.
Il denaro incassato dalla Regione, i famosi 800 mila euro, finì invece nelle tasche dei tre soggetti anche attraverso i pagamenti all’imprenditore Francesco Barachetti, per lavori mai realizzati.
Barachetti è lo stesso personaggio elevato da semplice idraulico a società leader nell’impiantistica finito in numerose segnalazione dell’Antiriciclaggio di Banca d’Italia.