Milano, stretta sulla movida notturna. Nel capoluogo meneghino dal prossimo 17 maggio fino al 4 novembre scatta il divieto all’asporto.
Milano, lente d’ingrandimento sulla movida notturna. Le autorità sono intenzionate a usare il pugno duro e lo faranno come garantito nelle scorse settimane. L’iter, tuttavia, va a colpire un settore che sta vivendo momenti altalenanti. Il commercio legato a cibi e bevande. Non siamo ai tempi in cui regnava l’incertezza, al pari dei mesi durante la pandemia, ora l’indotto ha ripreso a girare ma i guadagni restano a singhiozzo anche per colpa dei prezzi.
Il punto, stavolta, non sono i costi ma la sicurezza. Milano estende il divieto di acquistare cibo d’asporto a partire dalla mezzanotte. L’ordinanza dovrebbe restare valida fino alle 6.00 del giorno successivo. Una vera e propria ridimensionata nelle 12 zone considerate ad alto rischio per quanto concerne la movida notturna, si parla di Nolo; Lazzaretto; Melzo; Isola; Sarpi; Cesariano; Arco della Pace; Como/Gae Aulenti; Garibaldi; Brera; Ticinese; Darsena e Navigli.
Una situazione che rischia di alimentare più di una polemica. Il problema non è la messa in sicurezza delle strade e dei quartieri, ma la potenziale stoccata che arriverebbe a un tipo di indotto – come quello del commercio d’asporto – che si nutre della vita notturna. Specialmente d’estate, molti sono soliti prendere un gelato e passeggiare per qualche scorcio meneghino.
In maniera tale da coniugare bella stagione e buon gusto. Su questo ha sollevato più d’una rimostranza anche il Segretario della Confcommercio Milano Marco Barbieri che sottolinea: “Il divieto della vendita e della somministrazione per asporto di alimenti e bevande di qualsiasi tipo” significa da “dopo mezzanotte non sarà più possibile vendere un cono gelato e neppure una bottiglietta d’acqua d’asporto.
L’amministrazione comunale si sta rendendo conto di cosa sta facendo?”. La battaglia diventa dialettica, non è neanche un tema del tutto nuovo. La medesima stretta venne data nel 2013 quando l’Assessore al Commercio era Franco D’Alfonso. In quel contesto fu costretto a intervenire il Sindaco di allora Giuliano Pisapia per cercare di ridimensionare i divieti. Attenzione, sicurezza e salvaguardia senza dimenticare l’importanza dell’economia locale. Gli esercizi commerciali hanno bisogno della loro “benzina”.
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Ecco perchè il blocco al commercio d’asporto, fino a novembre, in notturna torna ad essere (anche) un caso politico. I cui risvolti non sono finiti, anzi ricominciano – se possibile – senza mezzi termini. Lo scontro dialettico anima una diatriba dal sapore antico, ma con dimensioni dalla portata avveniristica.