In via Anfiteatro a Milano un’altra saracinesca sta per abbassarsi per sempre. E’ la Libreria del Mondo Offeso che oggi comunica, in una lunga lettera indirizzata ai clienti sui social, la decisione presa. “E’ arrivato il momento di salutarci”
Parole tristi e cariche di significato quelle scritte, nero su bianco, in una lettera lasciata ai fedeli clienti sui canali social dai proprietari della Libreria Del Mondo Offeso di Milano che annunciano così la scelta di abbassare per sempre la saracinesca della loro attività in via Anfiteatro.
Nella missiva spiegati i motivi della chiusura: ormai non si identificano più nella metropoli degli ultimi tempi. La libreria però non chiuderà per sempre ma riaprirà da settembre 2024 in un altro contesto: Castelnuovo Berardenga, provincia di Siena, in Piazza G. Marconi.
Sulla pagina social della libreria si legge nella lunga lettera: “Ciao Milano. Ciao Milano di Elio Vittorini. Ciao Milano della Libreria del Mondo Offeso. È arrivato il momento di salutarci. Perché noi, inguaribili romantici, disertiamo da un modello di vita che non ci appartiene”.
La missiva, firmata Laura, continua: “Forse la carta ci ha dato alla testa e ispirati dal Don Chisciotte, spinti dalla visionaria ostinazione per il mondo offeso, seppur risultando silenziosamente sconfitti e, forse, suscitando l’ilarità di chi, speriamo pochi, ha assistito alle nostre folli avventure, continuiamo il nostro viaggio”.
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Nel lungo addio alla città meneghina, la proprietaria Laura prosegue con un elenco di cose amate di Milano: “Ciao Milano dei tram, delle bocciofile, dei bar, della nebbia, della droga, delle manifestazioni, dei giardinetti, dei campi di pannocchie, dei container. Ciao Milano delle discariche abusive e dei papaveri. Ciao Milano da bere. Ciao Milano del Capolinea, dei navigli sgarruppati. Ciao Milano del jazz, della danza contemporanea, di Dario e Franca, di Gino Strada, di Giorgio Gaber, di Jannacci, di Carmelo Bene, di Streheler, di Antonio Gades, di Luciana Savignano, di Ornella Vanoni”.
“Ciao Milano della Pantera, di Radio Popolare, di Radio Alessandria (solo Jazz), dell’Umanitaria, di Porta Genova, del lavatoio, delle fabbriche, del Luna Park Le Varesine. Ciao Milano dei Paninari, dei Rocca Billy, dei Cinesi, degli Skin Heads, dei Metal, dei Punk. Ciao Milano dei cinema in corso Vittorio Emanuele, dei cinemini d’essai, delle case discografiche in Galleria, di Ricordi, della Voce del Padrone, di Buscemi. Ciao Milano dei cortili discreti e nascosti, delle cascine, dei fossati, delle Abazzie, delle Basiliche”.
“Ciao Milano del Teatro, delle librerie. Ciao Milano della libreria Feltrinelli, della Libreria Verdi, della Libreria Utopia, della Libreria di Brera, della Libreria Scientifica, della Libreria di Porta Romana. Ciao Milano del Teatro Nuovo, del Teatro Smeraldo, del Teatro di Porta Romana, della Palazzina Liberty. Ciao Milano del Teatro Verdi, del Pim Off, del Teatro Spazio Studio Atto Primo, del Teatro I, del Teatro Libero, Del Teatro Sipario. Ciao Milano del Soul to Soul. Ciao Milano delle latterie, delle drogherie, delle edicole, del Supermarket, del Consorzio Agrario, della Centrale del Latte”.
In conclusione un ciao alla “Milano della Statale, di Brera, della Bocconi, della Iulm. Ciao Milano del Conservatorio, dell’Osservatorio. Ciao Milano di Leonardo. Ciao Milano della Fiera Milano. Ciao Milano del Leonacavallo, della Calusca, del Conchetta, del Cinema Messico, delle Scimmie, del Meazza, del Palatrussardi, del Rolling Stone, del Teatro Out Off, del Teatro della Cooperativa. Ciao Milano di Brera, di Corso Garibaldi, di Via Cesariano, di Piazza San Simpliciano, di Via Anfiteatro. Ciao Milano di Via Ripamonti/Vigentina Capolinea del 24. Ciao Milano Operaia. Ciao Milano dei May Day. Ciao Milano medaglia d’oro della Resistenza. Addio Milano di Expo 2015. Addio Milano di City Life, di G. Aulenti, di NaPa, di NoLO, di NoCe, di Soupra, di NOM. Grazie Milano. Ti ho voluto bene”.