Medico accoltellato a Milano: per gli inquirenti non è stata una rapina

Lo scorso sabato in via Macchi, nelle adiacenze della Stazione Centrale, sotto il ponteggio che costeggiava un edificio in restauro, è stato ucciso un medico originario di Benevento in trasferta cittadina.

Si chiamava Stefano Ansaldi, aveva 65 anni ed è stato trovato da alcuni passanti, quando ormai era troppo tardi, ferito gravemente alla gola da un’arma da taglio, ritrovata nelle vicinanze.
Il medico viveva a Napoli dove lavorava come ginecologo presso uno studio privato. Nei primi anni Ottanta aveva conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia alla Seconda Università di Napoli e si era occupato spesso di coppie che non riuscivano ad avere figli.

In un primissimo momento le forze dell’ordine avevano pensato all’esito di una rapina finita male dal momento che, circa un’ora dopo in via Settembrini, era stato rapinato un altro anziano al quale erano stati sottratti il cellulare e un orologio di valore. Il cellulare era stato poi ritrovato in una stazione del metrò, il che lasciava supporre che i malviventi, identificati in due nordafricani, fossero fuggiti in metropolitana confondendosi tra la folla dell’ultimo week end di compere pre natalizie.

Nel caso del professionista campano, invece, mancano all’appello un’agenda e il cellulare. Un orologio, anch’esso di valore, la sua 24 ore e i soldi sono stati trovati vicino al corpo.
Da questi dettagli, gli inquirenti sarebbero propensi a credere che si tratti di un’azione premeditata e, comunque, eseguita con precisione, il che lascerebbe supporre che, forse, i due si conoscessero.

Le telecamere di sorveglianza, presenti in gran numero nella via, avrebbero visto il medico aggirarsi in zona come se dovesse ingannare il tempo di un’attesa con indosso un paio di guanti di lattice e la valigetta.

Prima di partire per Milano, l’uomo avrebbe detto alla moglie che veniva a Milano perché doveva incontrare qualcuno, senza ulteriori specificazioni. Forse aveva intenzione di ripartire quella sera stessa dato che non aveva con sé un cambio di vestiti ma tra i suoi averi non è stato trovato il biglietto del ritorno.

A fare da contorno alla vicenda anche le polemiche sulla sicurezza della zona tanto che lo stesso Sala è intervenuto dicendo: “[…] Chiederò al Prefetto un incontro per valutare la situazione e prendere le decisioni necessarie per rafforzare la presenza delle forze dell’ordine”.

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