Nella giornata di domani, 15 settembre, la città di Como intitolerà lo slargo di fronte alla chiesa di San Bartolomeo alla memoria di Don Roberto Malgesini scomparso esattamente un anno fa.
Nella stessa piazza sarà collocato anche un monumento a forma croce.
Il sacerdote, originario di Cosio Valtellino, aveva 51 anni e si dedicava alla cura dei senzatetto, un destino comune anche a tanti stranieri che vivono in città. E proprio verso uno di loro si sono concentrati gli sforzi investigativi all’indomani dell’accoltellamento costato la vita al sacerdote.
All’indomani dell’omicidio di don Roberto, infatti, un uomo di origine tunisina, Ridha Mahmoudi, si era presentato ai Carabinieri per costituirsi come responsabile del gesto.
Il suo arresto era stato quindi convalidato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. A qualche giorno di distanza l’uomo era stato convocato alla presenza del giudice delle indagini preliminari Laura De Gregorio e, in quella occasione, aveva ritrattato tutto le ferite a una mano, compatibili con l’arma che aveva ucciso don Malgesini e che gli erano state curate al Pronto Soccorso.
In quella occasione si era anche detto vittima di un complotto per essere espulso dall’Italia.
A suo carico pendevano due provvedimenti di espulsione verso il suo paese, la Tunisia, l’ultimo dei quali doveva diventare esecutivo ad aprile 2020.
Nella stessa occasione Mahmoudi non aveva rivolto accuse ad altre persone.
“È trascorso un anno e don Roberto continua a vivere in un ricordo che non è semplice memoria, ma è volontà di non disperdere il suo esempio – ha ricordato il vescovo di Como Oscar Cantoni – A partire dalla sua spiritualità, alimentata dalla preghiera”.