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Piazza della Loggia: chiusi altri due procedimenti

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La Procura ordinaria di Brescia e quella dei Minori hanno chiuso altre due inchieste sull’attentato in piazza della Loggia a Brescia.

La prima, coordinata dal procuratore aggiunto Silvio Bonfigli e dal sostituto Caty Bressanelli, indagava sul coinvolgimento nella strage di Roberto Zorzi, 68enne, originario di Verona e ora residente negli Stati Uniti. La Procura dei minori indagava su Marco Toffaloni, che all’epoca dei fatti aveva 17 anni, e oggi vive in Svizzera.

Entrambi i procedimenti volevano accertare se ci fosse la loro mano nel posizionare l’ordigno che uccise otto persone e ne ferì un centinaio quel 28 maggio 1974, allorché piazza della Loggia ospitava una manifestazione, indetta dalle principali sigle sindacali, contro gli attentati di matrice fascista.
La vittima più giovane si chiamava Luigi Pinto, aveva 25 anni ed era un insegnante. La più matura di chiamava Euplo Natali, aveva 69 anni ed era un pensionato, ex partigiano.
Con loro anche Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni, insegnante di francese, Livia Bottardi in Milani, 32 anni, insegnante di lettere alle medie, Alberto Trebeschi, 37 anni, insegnante di fisica e Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni, insegnante, Bartolomeo Talenti, 56 anni, operaio e Vittorio Zambarda, 60 anni, anche lui operaio.

Le indagini, all’indomani della strage di piazza della Loggia, furono costellate da numerosi depistaggi e le vicende processuali subirono alterne vicende, spesso contraddittorie.
Dalla clamorosa assoluzione pronunciata nel novembre del 2010 che assolveva gli imputati, identificati nella galassia dell’estrema destra con nomi come Carlo Maria Maggi, Francesco Delfino, Pino Rauti, Maurizio Tramonte e l’ex militante di Ordine Nuovo Delfo Zorzi, con la formula dell’insufficienza di prove, a quella del 2014 che confermò alcune assoluzioni negandone altre, motivo per cui venne istituito un nuovo processo.

Nell’ultima sentenza del 2017 la Corte di Cassazione aveva confermato in via definitiva la condanna all’ergastolo a Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte. Gli altri imputati, tra cui Zorzi, il generale Delfino e Rauti, invece, sono stati assolti.

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