Sono due dei più importanti scrittori siciliani e del movimento letterario verista. L’interesse per la realtà e per l’osservazione al centro delle loro storie e del loro stile. Non poterono dunque ignorare il nuovo mezzo di comunicazione che si era affermato a metà Ottocento, la fotografia. Le immagini della realtà senza la mediazione della parola. Fotografarono soprattutto la loro terra e la loro gente, ciò che già stava al centro dei loro romanzi.
Una selezione dei loro scatti si possono vedere a Milano, allestiti sullo Scalone Monumentale di Palazzo Sormani, con ingresso libero dal 31 ottobre al 5 gennaio 2018, con il titolo non casuale di Scritture di Luce.
Curata da Roberto Mutti e realizzata con la collaborazione di AFI (Archivio Fotografico Italiano), la mostra abbina le fotografie scattate da Luigi Capuana e Giovanni Verga, i rapporti epistolari tra di loro, come le lettere autografe e i manoscritti provenienti dal fondo Luigi Capuana di Mineo, e gli scritti dei due romanzieri, tra cui rare edizioni custodite proprio alla Biblioteca Sormani. L’analisi delle lettere tra i due autori rivela una grande affinità di vedute e la comune passione per la fotografia. ‘No, non sono sfuggito al contagio fotografico e vi confesso che questo della camera nera è una mia segreta mania’, scriveva Verga all’amico.