Sono pervase da una forma singolare di malinconia le immagini create da Mario Carrieri e messe in mostra da mercoledì 18 ottobre (inaugurazione alle 18.30) negli spazi della Triennale di via Alemagna 6. Tutte hanno al centro un solo soggetto, i fiori. Perlustrando le loro forme e i loro colori, Carrieri le trasfigura però su un piano non più naturale, bensì estremamente culturale e umano. Nel metterli “in posa”, nel creare l’illuminazione, artificiale quando non teatrale, petali e foglie diventano altro. Infatti quello che ci investe osservando queste fotografie è un senso di bellezza e di impotenza, di grandiosità e di superficialità, di presenza e di assenza. Quello che ritorna da questi fiori è la condizione umana, è ciò per cui splendiamo ma anche ciò per cui soffriamo. Belle (anche se non si dovrebbe mai dire di opere d’arte, giusto?), seducenti, malinconiche, le foto di Carrieri si fanno guardare, a lungo, alla ricerca di imperfezioni, di incertezze, anche di speranza, quella dell’arte e del significato che riscattano il nostro mistero originale, se non di peccato si tratta.
Non sono nature morte questi soggetti inanimati e portati vicino all’umano dalla messa in scena, dalla luce. Sono anche immagini di morte, anche se così trasfigurata. Fotografie che ce la ricordano, la fanno presente, con malinconia ma senza disperazione, suggerendo che lo sguardo non va rivolto verso la fine ma alla ricerca di un significato nel tempo che la precede.
La mostra “Amata Bellezza” è proposta dal Museo di Fotografia Contemporanea e allestito in un grande spazio del palazzo della Triennale al fine di proporre allo spettatore una chiave di lettura di estrema levatura tecnica e intensità. Da vedere.
Dal 19 ottobre al 19 novembre, Palazzo della Triennale
Martedì – Domenica
10.30 – 20.30