Joe Barone è morto a Milano dopo essersi sentito male domenica scorsa durante la riunione tecnica con la Fiorentina. Aveva 57 anni.
Lutto nel mondo del calcio. La Fiorentina piange il Direttore Generale Joe Barone, aveva 57 anni e muore dopo un malore accusato domenica scorsa a Bergamo. La squadra toscana era al nord per la trasferta contro l’Atalanta. Con loro anche il noto dirigente, non si perdeva una partita. Prima della riunione tecnica sembrava essere tutto ok, poi i primi sintomi.
Una fitta al cuore e si accascia a terra. Tutti rimangono a bocca aperta: lo stupore diventa apprensione quando arrivano i soccorsi. L’uomo è stato immediatamente portato al San Raffaele di Milano dove ha trascorso gli ultimi giorni di vita. Il Prof. Zangrillo, che ha seguito la vicenda dall’inizio, ha subito reso noto che le condizioni fossero piuttosto gravi.
Un quadro clinico importante che, però, lasciava presagire condizioni stabili. Sono passati due giorni. Oggi è stata comunicata la morte, tramite una nota ufficiale della Fiorentina che ringrazia l’equipe medica per il lavoro svolto. Il match con l’Atalanta è stato rinviato a data da destinarsi, la squadra è rimasta al capezzale dell’uomo fino all’ultimo.
Presenza di spicco anche nella realtà milanese dove aveva alcuni affari in corso, ma il suo rapporto con l’Italia non era soltanto di tipo lavorativo ed economico. Era molto legato allo Stivale, proprio come Commisso. Il Presidente viola che lo ha voluto a tutti i costi come braccio destro. Cinque anni di campagne, successi e possibilità.
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Lo stadio, le sessioni di mercato e i risultati raggiunti: una Coppa Italia e una finale di Conference League conquistata. Obiettivi arrivati con il lavoro costante e la voglia di mettersi in gioco. Questo ha insegnato Joe Barone nella sua permanenza a Firenze. La sua dipartita è arrivata sino in America, dove parenti – ma anche organi della stampa internazionale e amici – non hanno potuto far altro che esprimere il proprio cordoglio. Il dirigente viola segna un profondo spartiacque in quella che è stata – e resta – la Fiorentina 2.0 che perde una colonna importantissima, difficile (se non impossibile) da sostituire.