Il progetto “L’Isola artigiana”è diventato realtà e servirà a rilanciare e far conoscere a turisti e residenti un quartiere – Isola per l’appunto – che ha saputo fondere con armonia il passato di bottega con le architetture del futuro tutte vetri e innovazione.
L’iniziativa è stata realizzata da Duc – Distretto urbano del commercio- Isola, con il sostegno del Comune di Milano, e la collaborazione di Confartigianato, Confcommercio Milano e Politecnico che ha realizzato le bandiere in materiale ecologico che renderanno riconoscibili gli esercizi commerciali che raccontano il quartiere e la sua storia.
Le prime 40 bandierine sono già state consegnate ad artigiani e imprenditori che hanno aderito all’iniziativa presso la Casa della Memoria di via Confalonieri 14.
Il progetto è stato accompagnato dalla realizzazione di una mappa cartacea e di due supporti tecnologici. Uno è il sito www.distrettoisola.it e l’altro la app “Milano Distretto Isola”.
Su queste mappe si potranno trovare anche le tante “isole lilla” – dal nome della linea 5 della metropolitana – e che consentono il bookcrossing.
Un po’ di storia
Il quartiere si sviluppa negli anni a cavallo tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 quando la costruzione della ferrovia, antenata dell’attuale stazione Garibaldi, e i ponti pedonali di collegamento la trasformano in un'”isola” rispetto al resto della città.
Prima del 1865, anno di completamento dei lavori, le strade corso Como e via Borsieri erano infatti un’unica via che portava fuori Milano e verso Como.
Il quartiere ospita la chiesa di Santa Maria alla Fontana conosciuta per una fonte dalle acque miracolose e per essere le Terme fuori le mura.
Ma è noto anche per le sue botteghe artigiane tra cui figura la Fonderia dei fratelli Barigozzi in via Thaon di Revel 21.
Di proprietà del figliastro di Napoleone dopo le campagne d’Italia fuse e realizzò la statua equestre a Vittorio Emanuele II che orna piazza Duomo.
Nel XX secolo Isola era un quartiere prevalentemente operaio vista la vicinanza con le grandi fabbriche dell’epoca come la Tecnomasio-Brown-Boveri di via De Castilia, la Pirelli di via Ponte Seveso e la Elvetica di via Melchiorre Gioia.
Il primo piano regolatore del Comune permetteva che il piano terra degli edifici fosse adibito a bottega artigiana mentre i piani superiori potevano essere a ballatoio con i servizi esterni o a pianerottolo con i primi servizi all’interno delle abitazioni.
Sempre nel ‘900, durante il secondo conflitto mondiale, il quartiere si distinse per le azioni di Resistenza tanto che, negli anni, sono state inaugurate molte lapidi dedicate ai caduti.
Nell’immediato dopoguerra la fama del quartiere si legò alla “ligera” la malavita milanese evocata nelle canzoni di Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci, solo per citare alcuni cantanti del panorama musicale milanese di quegli anni.
Negli anni cinquanta il quartiere ha iniziato a spopolarsi anche per colpa degli espropri per la costruzione della linea verde del metrò e della stazione Garibaldi.
La nuova vita è arrivata negli anni settanta con la cultura e la costruzione del Teatro Verdi di via Pastrengo e della Sala Teatro Fontana di via Boltraffio oltre al jazz club Blue Note.
Fino ad arrivare a oggi dove Isola è diventato il volto della Milano che cambia e corre verso il futuro con l’architettura futurista di piazza Gae Aulenti, l’edificio “diamante” delle ex varesine e la torre Unicredit con la sua guglia in acciaio ma anche verso la sostenibilità con il Bosco Verticale e la Biblioteca degli alberi.
Il quartiere, grazie anche al collegamento della linea 5 della metropolitana – inaugurata nel 2013 e nota ai milanesi come “la lilla” per il colore di treni e stazioni – è tornato a nuova vita e riscopre le botteghe artigiane senza dimenticare l’impegno civile con le sue tante associazioni.
Una su tutte è la Casa della Memoria, inaugurata il 25 aprile 2015 – nel 70° anniversario della Liberazione – sede delle associazioni di partigiani, reduci e istituti di cultura che vogliono mantenere viva la memoria della Resistenza e delle vittime del terrorismo.