Inter, la nuova era può cominciare. Contro il Verona, nessuno della nuova proprietà era presente: tutti impegnati a programmare il futuro.
Questione di tempo. Quello che l’Inter deve ritrovare solo aver sistemato le ultime cose di campo. Ieri, al Bentegodi, è andata in scena l’ultima partita della stagione nerazzurra. Una stagione trionfale, che ha visto due facce, la prima quella più importante – destinata a rimanere negli annali – con la seconda stella e il ventesimo Scudetto mai in discussione.
La seconda più formale, ma imprescindibile: Zhang costretto a passare la mano per la sostenibilità del club. Tradotto: il Presidente dell’Inter si è dimostrato insolvente con il fondo statunitense a cui aveva chiesto il maxi prestito negli ultimi due anni. Così Oaktree si è preso i nerazzurri: il passaggio è stato consequenziale, per evitare rischi.
Finire il campionato e poi pensare alle cose formali: questo l’ordine dai piani alti, anche il motivo per cui – contro il Verona – della nuova proprietà non c’era nessuno. A fare da raccordo ci ha pensato l’Amministratore Delegato dei nerazzurri Beppe Marotta, in questo momento un puro mediatore: “Sono abbastanza tranquillo sul futuro – ha detto – ho conosciuto i nuovi vertici. Si può continuare non solo a sognare, ma anche ad ambire a traguardi importanti”.
Parole che servono a mitigare una piazza pregna di domande. Qualche quesito, nella giusta misura, se lo pone anche Simone Inzaghi: il tecnico ha vinto uno Scudetto e una Supercoppa Italiana al termine dell’ennesima stagione positiva sotto la sua guida. Ora, però, vuole sapere se questo basta per proseguire sulla stessa lunghezza d’onda oppure no.
In altre parole: Inzaghi vuole capire se i nuovi padroni dell’Inter apprezzano il suo lavoro. E se, ancora più importante, il contratto che era in stand-by con Zhang può essere rinnovato senza problemi. Quello che filtra dall’America, in tal senso, è chiaro: ai nuovi proprietari piace l’atteggiamento pragmatico e gentile di Simone Inzaghi.
Il raccordo principale con il club sarà ancora lui. Insieme a Marotta e Ausilio, naturalmente. La questione economica è risolvibile: si ripartirà – a meno di clamorosi ripensamenti – da 6,5 milioni più bonus annessi per un biennale con opzione fino al 2027. Quello che, in altre parole, si erano detti con Zhang. Cambia il referente, ma non la sostanza. Discorso diverso per i giocatori: le pedine in scadenza verranno trattate successivamente.
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Nella giornata di martedì ci sarà il primo incontro formale tra Simone Inzaghi e la nuova proprietà, poi tra 15 giorni scatterà il primo CdA ufficiale. Riunione indetta dallo stesso Zhang che servirà a passare le carte e confermare il nuovo iter societario: l‘uscita di scena di Suning darà il via alla nuova programmazione, compresa la campagna acquisti. Nel frattempo Oaktree, attraverso una pagina sulla Gazzetta dello Sport, rassicura tifosi e azionisti: “Vogliamo continuare a fare cose importanti – si legge – forza Inter sempre!”. Un passaggio obbligato, guai a chiamarla transizione, che somiglia a un nuovo inizio.