Un uomo di 59 anni, di cui sono state rese note solo le iniziali – B.B. – è morto questa mattina all’interno di una fabbrica di materie plastiche a Leffe, in provincia di Bergamo.
Dalle prime informazioni sull’accaduto, l’uomo era arrivato a bordo del suo camion con un pesante carico di plastica e dopo aver parcheggiato si era spostato nella parte posteriore del mezzo per iniziare le operazioni di scarico. Aveva appena rimosso la cinghia che teneva fermo il pesante materiale che aveva trasportato quando il carico ha iniziato a franare investendolo in pieno fino a schiacciarlo.
All’arrivo dei soccorritori, con ambulanza e auto medica, è stato possibile solo accertare il decesso per i gravi traumi che l’uomo ha riportato alla testa e al torace.
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti i Vigili del fuoco e i Carabinieri del comando provinciale di Bergamo che hanno iniziato i rilievi utili a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
Per la Regione si tratta della vittima numero 33 dall’inizio dell’anno dopo che il solo mese di maggio ha registrato quasi una vittima a settimana, l’ultima delle quali solo il primo giugno a Torbole Casaglia in provincia di Brescia. Ci sono però anche le province di Pavia e ancora di Bergamo ad avere registrato decessi per un incidente sul lavoro.
Da questo stillicidio di “morti bianche” era nata la protesta dei sindacati sotto gli uffici del Pirellone così come la proposte avanzata dall’assessore al Welfare Moratti di usare uno strumento di intelligenza artificiale per monitorare i cantieri e segnalare le condizioni di scarsa sicurezza.
Si fa un gran parlare di prevenzione ma, dati delle organizzazioni sindacali alla mano, la sicurezza è il comparto sul quale si sono operati i tagli maggiori. Gli ultimi fatti di cronaca nazionale, la tragedia della funivia del Mottarone in testa, purtroppo lo confermano.