All’origine del disastro la collisione, in fase di decollo, tra un piccolo aereo modello Cessna e un aereo di linea della Scandinavian Airlines che terminò la sua corsa andando a schiantarsi contro un hangar per lo smistamento bagagli, prendendo fuoco. Il piccolo aereo aveva a bordo 4 passeggeri, l’altro 110 tra passeggeri ed equipaggio. Gli italiani erano 56 mentre 4 erano i dipendenti della Sea al lavoro nell’hangar.
Ci fu un unico sopravvissuto, Pasquale Padovano, che trascorse quattro mesi in coma al centro grandi ustionati dell’ospedale Niguarda. Il ricordo di quell’incidente lo porta inciso nella pelle e nell’anima nonostante i 108 interventi ai quali si è dovuto sottoporre.
Erano passati pochi giorni dall’11 settembre, e questo 2021 ha segnato il ventennale anche di quella strage, e quindi fu normale pensare subito a un nuovo attentato. Un’ipotesi che però perse quota a favore di un tragico errore umano. Il pilota del Cessna aveva ricevuto l’ok al decollo con tanto di indicazione della pista da imboccare.
Ma quel giorno la nebbia riduceva la visibilità e l’aeroporto stava operando con le procedure di bassa visibilità. Il bollettino meteo consegnato al comandante indicava100 metri di visibilità verticale e 250 di quella orizzontale.
E qui si innesta il secondo fattore che provocò l’incidente: l’assenza di un radar di terra, strumento che avrebbe potuto consentire alla torre di controllo di seguire i movimenti del piccolo aereo. E così, per errore, il pilota imboccò il raccordo sbagliato andandosi a posizionare di traverso sulla pista su cui stava rullando, a 270 chilometri orari e con il pieno di carburante, l’aereo Sas che aveva ricevuto, a sua volta, l’ok al decollo. Il suo carrello urtò il velivolo, i piloti tentarono di mantenere l’assetto orizzontale ma l’aereo ricadde con il muso a terra iniziando una corsa sulla pista che si interruppe solo quando l’hangar si parò davanti ingoiandolo.
All’arrivo dei primi soccorsi, intorno alle 08:20 di quel lunedì mattina, la scena dell’incidente era apocalittica. I primi resti delle vittime trovarono posto nella vicina base militare, a ridosso delle piste di Linate e al Circolo ufficiali fu allestito il punto di raccolta per i familiari chiamati al penoso rito del riconoscimento.
Poi arrivò la giustizia con l’apertura di 3 inchieste: una dell’Agenzia nazionale per la sicurezza dei voli, una della magistratura e una del ministero dei Trasporti. Il processo si aprì il 20 novembre 2002 e arrivò all’ultimo atto sei anni più tardi con l’assoluzione di Vincenzo Federico, ex direttore dell’area aeroporti di Milano e di Francesco Fusco, direttore dell’aeroporto di Linate e le condanne definitive per Sandro Gualano (6 anni e 6 mesi), ex amministratore delegato di Enav e per l’uomo radar Paolo Zacchetti (3 anni).
Fabio Marzocca, ex direttore generale di Enav aveva patteggiato in appello 4 anni e 4 mesi chiedendo l’affidamento ai servizi. Furono confermati 3 anni di reclusione anche per Antonio Cavanna e Lorenzo Grecchi, rispettivamente ex responsabile dello sviluppo e manutenzione della Sea e responsabile della gestione risorse aeroportuali.
Si parlava di coincidenze. Ebbene il deposito Atm di San Donato Milanese contro il quale, il 4 ottobre scorso, si è schiantato il piccolo aereo da turismo con 8 persone a bordo, si trova in via 8 ottobre 2001.
Lo scorso anno, neppure il peggiorare della situazione sanitaria aveva impedito la commemorazione organizzata dal Comitato 8 ottobre che riunisce i familiari delle vittime. Non più nella basilica di Sant’Ambrogio ma nel Bosco dei Faggi – il memoriale nel parco Forlanini dove ogni albero ricorda una vittima – alla presenza del vicario episcopale della Diocesi di Milano con l’accompagnamento del Coro dei Giovani de La Verdi.
Per questo 2021 è stato scelto lo stesso luogo per la messa presieduta dall’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini. A seguire c’è stata la cerimonia dell’annullo filatelico per il francobollo commemorativo e la presentazione delle cartoline realizzate dagli artisti Serena Pruno, Mauro Baudinelli, Gabriele Pardi e Laura Fiaschi.
Per questa sera, alle 18:00, è previsto un concerto al Conservatorio con brani di Richard Wagner e Franz Schubert. La tragedia è diventata anche un libro per ragazzi scritto da Francesca La Mantia, dal titolo “Non è colpa della nebbia – La tragedia di Linate spiegata ai ragazzi”.