Nel corso di un’indagine condotta dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal pm Paolo Storari nell’ambito sul cosiddetto falso complotto Eni, era stato ascoltato l’avvocato Pietro Amara che in quella occasione aveva parlato di una loggia occulta all’interno della magistratura. Era il mese di dicembre del 2019.
Il pm Storari aveva quindi riferito l’accaduto a Greco chiedendogli di aprire un’inchiesta a riguardo ma l’iniziativa partì solo a maggio 2020.
Nel frattempo, circa un mese prima di questa richiesta, il pm avrebbe portato manualmente i verbali, trascritti su un foglio Word e mancanti di firma, all’ex pm Piercamillo Davigo in quantoancora consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura.
La sua intenzione, ha specificato lui stesso nel corso di un’audizione, era quella di auto tutelarsi, peccato che poi questi verbali siano arrivati alle redazioni di alcuni giornali attraverso la segretaria di Davigo facendo così esplodere il caso.
Da questa condotta poco ligia alle regole è nata la denuncia dello stesso Storari per rivelazione di segreto d’ufficio alla procura di Brescia tanto che a riguardo è arrivata l’ipotesi di un trasferimento e di un demansionamento. Un vero e proprio terremoto per la procura milanese che ha portato 230 colleghi di Storari a firmare una lettera in suo sostegno dove si contestano i provvedimenti disciplinari presi.