Prevede la messa in scena del lavoro teatrale “Il memorioso”, basato sugli scritti di Gabriele Nissim e che proprio nel 2021 festeggia anche il 10mo anniversario dalla prima rappresentazione.
L’opera rilegge l’Olocausto intrecciando le storie di persecuzione con quelle dei Giusti che si batterono contro il male nella sua forma peggiore e assoluta.
L’evento sarà trasmesso dal Centro Asteria e al momento, sono già 8.500 gli studenti che si sono registrati per assistere all’evento. Un numero destinato sicuramente a crescere visto l’interesse ampiamente dimostrato dalle giovani generazioni per il tema dell’olocausto.
L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione Giardino dei Giusti di Milano che comprende Gariwo di cui Nissim è presidente insieme al Comune di Milano e all’Unione delle comunità ebraiche italiane.
Nel programma della giornata sono previsti i saluti istituzionali del presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé, di suor Elisabetta Stocchi, co-direttrice del Centro culturale Asteria, e l’introduzione del Presidente di Gariwo Gabriele Nissim.
L’incontro sarà poi arricchito dalla testimonianza dell’onorevole Emanuele Fiano che condividerà la storia del padre Nedo, scomparso di recente.
Era uno degli ultimi sopravvissuti all’atroce esperienza nel campo di concentramento di Auschwitz nonché uno dei testimoni più attivi nel perpetrare la memoria di quegli accadimenti.
“Nedo Fiano, come Primo Levi, raccontava ai ragazzi la sua esperienza nel campo di concentramento per insegnare loro a diventare sentinelle nei confronti di ogni nuova forma di odio” ha commentato Nissim.
Oltre a Fiano, quest’anno il Giorno della memoria ricorderà anche Raphael Lemkin, l’intellettuale ebreo-polacco che ha coniato il termine “genocidio”.
La scelta di questa commemorazione è stata motivata ancora da Nissim:
“Si tratta di un concetto che mai nessuno aveva fino ad allora elaborato e che indicava la distruzione intenzionale di un gruppo nazionale, etnico o religioso”.
“Con una battaglia straordinaria è riuscito a fare approvare una convenzione alle Nazioni Unite che richiamava tutta l’umanità non solo a punire i carnefici, ma a prevenire sul nascere ogni nuova forma di genocidio nei confronti di qualsiasi popolo – ha continuato – .
Il suo insegnamento rappresenta il significato morale più alto della memoria, che ci deve impegnare costantemente a denunciare i nuovi crimini contro l’umanità di oggi, dallo sterminio degli Yazidi, alla persecuzione dei Rohingya, alla sorte degli Uiguri in Cina. La Shoah, secondo Lemkin, aveva posto all’umanità la domanda fondamentale: come rendere possibile quel ‘mai più’ così difficile, che dovrebbe segnare il mondo dopo le macerie di Auschwitz?”.
A conclusione dell’iniziativa Annamaria Samuelli, responsabile della didattica di Gariwo, e Pietro Kuciukian, Console onorario della Repubblica d’Armenia in Italia, risponderanno alle domande degli studenti.