Caso Genovese: la Procura ha chiesto il processo

Il Pubblico ministero di Milano deciso di procedere con il rinvio a giudizio di Alberto Genovese, l’imprenditore accusato di violenza sessuale, arrestato lo scorso 6 novembre.

Le indagini condotte dal Procuratore aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini si erano concluse lo scorso luglio con la decisione di procedere su due episodi accertati: il primo che ha coinvolto una 18enne, avvenuto lo scorso ottobre nell’attico milanese ribattezzato “Terrazza Sentimento” durante una festa, l’altro ai danni di una 23enne che ha avuto come scenario Ibiza nel luglio del 2020 e nel quale era coinvolta anche la ex fidanzata di Genovese, Sarah Borruso.

Nei due episodi la Procura ha riscontrato le stesse modalità di azionecondotta ovvero rendere incoscienti le vittime con un mix di droga e alcool e poi procedere con la violenza. Tanto che l’accusa formulata è di violenza sessuale aggravata, detenzione e cessione di stupefacenti e lesioni.
Quanto all’accusato, dopo diverse richieste di passaggio ai domiciliari da parte del suoi legali, il permesso è stato accordato solo lo scorso luglio per far entrare Genovese in una clinica in provincia di Varese per disintossicarsi dall’uso di cocaina.
Negli interrogatori ai quali è stato sottoposto in questi mesi, l’ultimo risale all’8 ottobre, ha ammesso gli eccessi legati al consumo di droga ma ha sempre insistito sulla natura consensuale dei rapporti.

La Procura, prima di chiudere l’indagine aveva verificato il racconto di altre donne che accusavano Genovese di violenza ma aveva poi deciso per l’archiviazione.
Nell’inchiesta si era aperto anche un filone su presunti illeciti finanziari commessi tra il 2018 e il 2019 successivi alla vendita della start up Facile.it che Genovese aveva fondato. Con l’ipotesi di evasione fiscale era stato disposto il sequestro preventivo di oltre 4 milioni di euro poi revocato.

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