Fedez attacca il Codacons. Dopo le recenti stoccate dell’Associazione, l’artista risponde scrivendo al Ministero delle Imprese.
Tu chiamale, se vuoi, rendicontazioni. Il problema, adesso, sono i conti. Non tornano a casa Fedez, e non solo per questioni private che risolverà fra le mura domestiche, ma anche e soprattutto per eventi pubblici che riguardano il Codacons. Qualche settimana fa l’Associazione consumatori lo accusa di aver dichiarato il falso asserendo di essere nullatenente.
Questo, tuttavia, sarebbe stato solo l’inizio di una lunga diatriba che prosegue ancora oggi. A distanza di qualche giorno Lucia non solo smentisce le accuse del Codacons, ma dimostra – tramite i suoi legali – di avere gli estremi per poter affermare certe cose. Intestare tutto alle sue società è lecito, purché ci sia la trasparenza a garantire determinati movimenti.
Questa c’era e quindi si è andati avanti. Fedez, tuttavia, si è legato al dito l’intemerata dell’Associazione: il cantautore scrive al Ministero delle Imprese per chiedere delucidazioni sui conti del Codacons. Di controllo in controllo. L’Associazione lo viene a sapere e pungola l’artista: “Gli metteremo a disposizione le nostre carte gratuitamente, basta che si rechi in Viale Mazzini e potrà trovare tutto.
Anzi, ci darà modo di mettere in luce le nostre molteplici iniziative. Noi, intanto, stiamo continuando a indagare sui movimenti delle sue società”. Entrambi sotto la luce delle indagini reciproche: un tira e molla che non finirà tanto presto. Anzi, si prevedono nuove intemerate.
Quel che non è contemplato è semplicemente lo stallo: ci sono talmente tante scadenze e cose da fare che gli argomenti potrebbero perdersi in un vortice di scadenze e date. Se gli argomenti non mancano, bisognerà controllare anche le argomentazioni. Questa è la sottile differenza: le seconde vanno dimostrate, mentre i primi se li porta via il vento. O le tendenze. L’ultima parola spetta agli analisti che attendono – come un mantra – il responso degli ispettori.