Il vaccino contro l’influenza, indicato da più parti come fondamentale per aiutare le fasce di popolazione a rischio ed evitare la confusione con il coronavirus, non si trova.
O meglio, non si trova nelle farmacie da parte di quanti, non rientrando nelle categorie a vaccinazione obbligatoria, vorrebbero acquistarlo.
La confusione, poi, peggiora perché la stessa Federfarma ha denunciato di non sapere quante dosi di vaccino potrà ricevere in totale dalla Regione.
Nonostante la campagna vaccinale sia già partita, gli stessi medici di base che lo possono somministrare, hanno denunciato di aver ricevuto un numero di dosi ben al di sotto delle richieste fatte.
Lo stesso non vale per le farmacie. La musica cambia se si passa a strutture mediche private dove, in alcuni casi, è possibile l’acquisto a 60 euro.
Nelle farmacie, invece, il prezzo di vendita dovrebbe essere inferiore ai 20 euro.
Le dosi disponibili per il mese di ottobre dovevano essere 792mila, quelle per il mese di novembre oltre 2 milioni.
L’ultima voce a levarsi per evidenziare questa situazione di grave carenza è stata quella del prof. Silvio Garattini, di anni 92, presidente e fondatore dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri che ha detto: “Quest’anno non si trova la dose. Il mio medico di medicina generale non la ha a disposizione e quindi non me la può somministrare”.
Su questa delicata questione pesa l’esito delle gare indette dalla Regione per l’approvvigionamento.
Paradossalmente sembra che ci siano più spazi dove sottoporsi al vaccino che dosi disponibili.