C’è una svolta nella scomparsa di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù, in provincia di Brescia scomparsa lo scorso 8 maggio: due delle sue tre figlie sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio.
La donna, che lavorava come dipendente comunale a Roncadelle, era uscita di casa per fare una passeggiata partendo proprio da Temù, in Val Camonica, dove si trova la sua abitazione, ma non aveva mai fatto ritorno a casa. Era stata quindi ripresa da alcune telecamere presenti in zona mentre alcuni testimoni avevano raccontato di averla incrociata su un sentiero.
Da questa segnalazione erano partite le ricerche che avevano permesso di ritrovare il suo cellulare nel garage dell’abitazione. In seguito, era stata ritrovata una sua scarpa lungo una pista ciclabile e da qui erano ripartite le ricerche che però non avevano dato esito.
Gli inquirenti, secondo quanto riportato dal Giornale di Brescia, hanno quindi riletto le dichiarazioni rese dalle due ragazze notando alcune incongruenze. Da questa considerazione è nata l’iscrizione nel registro degli indagati che serve, da un lato a garantire le destinatarie del provvedimento e dall’altro a consentire le indagini di natura tecnica che, altrimenti, non potrebbero essere svolte.
Laura Ziliani aveva lasciato Temù, dove nel frattempo l’abitazione è stata posta sotto sequestro, per trasferirsi a Roncadelle dopo che, nel 2012, il marito era morto travolto da una valanga. Oltre alle due figlie ora indagate, la donna era madre di una terza ragazza che soffre di gravi problemi di autismo.