La frode nasceva dal fatto che la società del gruppo Dhl si appoggiava ad un consorzio per la manodopera. A questo facevano capo diverse altre società – ne sono state individuate 23 – che assumevano i lavoratori della logistica senza versare loro i contributi dovuti e producendo un giro di fatture false per le quali non veniva versata l’Iva. Con questi espedienti, quindi, la società di logistica era riuscita ad abbattere di misura i suoi costi.
Dall’inchiesta è emerso che, tra il 2016 e il 2019, il finto sistema di assunzioni avrebbe reclutato circa 1.500 persone come riportano le carte della Procura: “oltre che realizzare gravi condotte che agevolano lo sfruttamento dei lavoratori e che determinano pratiche di concorrenza sleale, comporta la emissione, prima e l’utilizzo, poi, di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti”.
Le indagini che si sono avvalse di acquisizioni informatiche e intercettazioni telefoniche avrebbero poi confermato che questo sistema non era un caso isolato ascrivibile solo a Dhl.