Delpini ha descritto lo scenario attuale segnato dal covid usando la metafora della “Traversata nel deserto” dalla quale la nostra società può uscire solo mettendo da parte ogni forma di indidualismo.
A partire da questa considerazione il suo discorso si è quindi spostato sulla necessità di una nuova economia dove al centro dell’attenzione non ci sia più il profitto di pochi ma il benessere di molti e quindi una maggiore mutualità. Ha parlato infatti di: “[…] un tipo di impostazione del lavoro più finalizzato al benessere complessivo della persona e della società, che agli indici del rendimento delle azioni o del capitale investito. Sono passi che dovremmo compiere”.
Il discorso si è poi spostato sui lavoratori per i quali serve innanzitutto rispetto: “Esistono le persone, ognuno – ha sostenuto – con il proprio contributo e ciascuno ha il diritto di esigere il rispetto della sua dignità e delle sue condizioni di vita”.
Nella sua riflessione non è mancato un riferimento alla politica che, ora più che mai, è chiamata al servizio del bene comune: “[…] La politica deve creare quel sistema di relazioni e servizi affinché tutti siano nella condizione di poter esercitare i propri diritti e rispettare i propri doveri”.
Monsignor Delpini non ha mai fatto mancare parole di speranza e incoraggiamento alla sua Milano e non si è mai fermato nella sua attività pastorale spostandosi quando necessario e cercando di mantenere ogni possibile precauzione.
Un’attenzione che però non gli ha risparmiato il contagio da coronavirus e la quarantena, per fortuna con sintomi lievi.
È tornato negativo al tampone in tempo per celebrare i riti del mese di dicembre. Primo appuntamento importante sarà il suo discorso alla città in vista della festa del Santo patrono.