Con il crescere dei contagi nelle scuole, torna a imporsi la Dad, la didattica a distanza.
Una misura più volte venuta in odio a bambini, ragazzi, insegnanti e genitori, per il suo utilizzo esclusivo e totale dalla prima ondata pandemica del 2020 a oggi.
Ora su questa misura ha fatto sentire la propria voce anche il Vaticano attraverso una nota della Pontificia Accademia per la Vita.
Nel suo documento si legge: “L’esperienza di precedenti epidemie ha dimostrato l’efficacia di questa misura nell’ottenere un controllo dell’infezione […]”.
Questa funzione di contenimento della Dad ha però un risvolto negativo: “D’altra parte, non si puo’ non sottolineare la gravità di una tale misura, che dovrà in futuro essere considerata solo l’ultima ratio da adottare in casi estremi e solo dopo aver sperimentato altre misure di controllo epidemico quali una diversa sistemazione dei locali, dei mezzi di trasporto e dell’organizzazione dell’intera vita scolastica e dei suoi orari”.
Questo perché: “L’impoverimento dell’apprendimento intellettuale e la deprivazione delle relazioni formative sono diventati un’evidenza condivisa”. Anche se: “dobbiamo ringraziare le risorse della rete e auspicarne un rafforzamento in alcune aree del mondo dove l’uso dei collegamenti virtuali è ancora troppo debole”.
Il documento prosegue con una riflessione degna del libro “Cuore”:
“In molti paesi, ancora adesso, la drastica limitazione delle possibilità di istruzione è contrastata dalla commovente ostinazione di piccoli alunni che fanno chilometri a piedi per raggiungere la scuola e di insegnanti itineranti che raggiungono piccoli gruppi di alunni nei loro villaggi, con i mezzi più diversi”.