Questo, dunque, l’esito dell’inchiesta coordinata dal pm Cristian Barilli e dall’aggiunto Eugenio Fusco che ha indagato sulle preferenze accordate ad alcune ditte produttrici di protesi ortopediche in cambio di somme di denaro.
Le due aziende in questione erano la Johnson & Johnson, per la quale sono stati rinviati a giudizio due dipendenti e la B. Braun che aveva altri due dipendenti a processo poi assolti con rito abbreviato perché il fatto non sussiste.
Secondo l’accusa, che aveva richiesto una condanna a sette anni, l’ex primario avrebbe intascato una cifra vicina ai 19mila euro per poter far acquistare 360 protesi, alcune delle quali impiantate a tre pazienti ai quali avrebbe provocato dei danni a livello fisico pur di sottoporli a intervento.
Confalonieri, infatti, aveva a suo carico un altro procedimento con l’accusa di lesioni aggravate per il quale è stato assolto con la formula del “non doversi procedere”.