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Contagi covid e lavoro: il report di Inail

Come avviene ogni anno, l’Inail, Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, fotografa lo stato di salute di luoghi e lavoratori sulla base delle denunce pervenute e l’aggiunta di un nuovo parametro di indagine rappresentato dall’epidemia di coronavirus.

A livello nazionale, tra gennaio e settembre, l’incidenza media delle infezioni sul totale delle denunce è scesa a una su 12 quando nel 2020 era il triplo. Per quanto riguarda la Lombardia, nello specifico, il dato si riferisce al monitoraggio avvenuto tra gennaio 2020 e lo scorso mese di agosto e ha registrato un totale di 45.520 contagi, che rappresentano il 25% del totale nazionale.

Al primo posto c’è il capoluogo Milano con il 9,6% dei casi e un aumento del 1,4% rispetto alla rilevazione precedente. Una crescita che ha riguardato anche le province di Lodi e Varese. Rispetto al totale dei casi registrati, i decessi sono stati 191 di cui 179 nel solo 2020.
La maggior parte dei casi, 86,9% ha avuto due picchi nei primi mesi della pandemia – tra marzo e aprile – e nell’ultimo trimestre del 2020 mentre un 13.1% ha riguardato i primi 8 mesi del 2021.

Per quanto riguarda la distribuzione dei contagi nella popolazione, le donne sono state 32.852 contro 12.668 degli uomini e la percentuale più alta si è concentrata tra le province di Milano, Brescia e Varese.
Le fasce di età più colpite sono state 50-64 anni con il 31,5% di donne e l’11,3% di uomini e 35-49 anni con il 27,4% di donne e 9,7% di uomini.
La rilevazione dei contagi dal punto di vista geografico, ha registrato la maggiore concentrazione nelle province di Milano con il 38%, Brescia con il 9,9 e Varese con il 9,8.

Un’ultima annotazione riguarda i settori più colpiti che sono stati industria e servizi, prevalenza della sanità con ospedali, case di cura e di riposo. Le denunce all’Inail per contagio sono state il 70,8% del totale distribuite tra infermieri, medici, operatori socio-sanitari e socio-assistenziali.