La sua riflessione è partita dalla quotazione della farina di soia nazionale, usata in allevamento come mangime, che ha raggiunto quota 524 euro a tonnellata quando a gennaio 202o il prezzo era 419 euro e nel 2019 era di 358 euro alla tonnellata. L’aumento è stato del 46% in due anni.
Rota ha quindi osservato: “È richiesto un atto di responsabilità a tutta la filiera perché con i prezzi attuali dell’energia e delle materie prime per l’alimentazione degli animali, gli allevatori stanno lavorando abbondantemente sotto i costi di produzione”.
“Nel corso del 2021 – ha aggiunto – il costo medio della razione alimentare dei nostri bovini è aumentato di oltre il 50%. Se aggiungiamo l’impennata delle bollette elettriche, si capisce come sia necessario arrivare già dall’inizio del 2022 ad accordi pluriennali che fissino il prezzo del latte alla stalla a non meno di 45 centesimi al litro, considerate anche le quotazioni del latte spot che negli ultimi mesi sono state costanti intorno ai 48
centesimi, contro una remunerazione media alla stalla inferiore ai 40″.
Da queste premesse il presidente di Coldiretti è passato a formulare una richiesta ben precisa: “Chiediamo che Regione Lombardia convochi il tavolo latte permanente per trovare la modalità per sostenere il reddito degli allevamenti in questa fase
difficile. Nel momento in cui ringraziamo il ministro delle Politiche agricole
Stefano Patuanelli per la proroga delle misure per l’agricoltura 4.0 e
per la spinta data allo sviluppo tecnologico del settore non
possiamo non sottolineare che da quando il MIPAAF ha annunciato il
raggiungimento dell’accordo sul prezzo del latte sono passati già due
mesi nei quali il protocollo è rimasto totalmente disatteso”.
“La pazienza ha un limite – ha quindi concluso il presidente di Coldiretti – . Il mondo agricolo ha assorbito l’urto dell’aumento dei costi, ma bisogna arrivare immediatament e ad un’equa remunerazione delle produzioni: è un’urgenza che riguarda tutti, dal campo alla tavola”.