A darne notizia sui social è stato il figlio Nicola con queste parole: “Le sette note e le tre chitarre salutano con tanto affetto Franco Cerri, grande musicista e grande uomo. Fai buon viaggio, babbo”.
Il suo viso era diventato familiare a milioni di italiani tra gli anni Sessanta e Settanta con la sua partecipazione al Carosello di un detersivo che aveva come slogan “l’uomo in ammollo”. Lo si vedeva all’interno di una lavatrice, con l’acqua fino al collo, alle prese con una macchia sulla camicia.
Cerri era nato a Milano nel 1926 e aveva cominciato a lavorare presto, all’età di 14 anni, prima come muratore e poi come ascensorista alla Montecatini. L’incontro con la chitarra e la nascita della passione per questo strumento arrivano a 17 anni con il regalo ricevuto dal padre.
Studia da autodidatta, almeno all’inizio, finché non conosce il pianista e compositore Giampiero Boneschi. I suoi esordi sono radiofonici, nell’emittente Radio Tevere voce di Roma libera ma sono gli anni del Fascismo e della guerra e l’ascolto della musica il jazz con cui entra in contatto in questa occasione è vietato dal regime.
La prima occasione di suonare in una vera orchestra arriva già nel 1945 quando il Quartetto Cetra, dopo averlo ascoltato dal vivo, lo segnala al direttore e compositore Gorni Kramer, volto dei grandi show in prima serata del canale uno della neonata televisione. Da questo momento in poi inizia a esibirsi sia in Italia sia all’estero affiancando i giganti del jazz internazionale come Django Reinhardt, con cui si esibisce a Milano nel 1949 ma anche Chet Baker, Dizzie Gillespie e Billie Holiday con la quale suona, sempre a Milano, nel 1958.
La Rai non gli offre solo l’opportunità di esibirsi ma lo coinvolge anche in programmi divulgativi per far conoscere la musica jazz, un’esperienza che gli piace in modo particolare tanto da fondare, negli anni ’80, la Civica Scuola di Jazz insieme al pianista Carlo Intra con cui porta avanti un sodalizio artistico durato un buon mezzo secolo.
Il 1966 è l’anno del suo debutto negli Stati Uniti con un’esibizione al Lincoln Center di New York. Nel corso della sua lunga carriera si è esibito anche come solista e ha dato vita a due quartetti jazz che portavano il suo nome nei quali suonava come batterista Tullio de Piscopo.
È stato autore di diversi testi e si è cimentato anche come attore e ballerino nella commedia musicale “Tobia, candida spia” al fianco di Renato Rascel.