Una sentenza depositata ieri dalla Corte di Cassazione si è espressa sulla presenza del crocifisso nell’aula di una scuola.
All’origine del pronunciamento un contrasto sorto all’interno di istituto professionale statale di Terni tra la delibera assunta a maggioranza dall’assemblea di classe degli studenti che permetteva l’esposizione e la libertà di coscienza di un docente che non lo voleva. L’episodio si era risolto con una sospensione per quest’ultimo di 30 giorni.
La sentenza stabilisce che l’aula possa accogliere la presenza del crocifisso quando la comunità scolastica interessata “valuti e decida in autonomia di esporlo”, eventualmente “accompagnandolo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe” e in ogni caso ricercando un “ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi”.
La sentenza prosegue ribadendo che il crocifisso è un simbolo “al quale si legano, in un Paese come l’Italia, l’esperienza vissuta di una comunità e la tradizione culturale di un popolo” e quindi “non costituisce un atto di discriminazione del docente dissenziente per causa di religione”.
Si argomenta quindi che il docente che dissente non ha potere di veto nella sua affissione ma è comunque necessari cercare una soluzione che tenga conto del punto di vista diverso. In questo caso è mancata la componente di dialogo tra le parti, motivo per cui la sospensione è stata annullata.
Sulla sentenza si è quindi espressa la Conferenza episcopale per bocca del suo presidente monsignor Stefano Russo: “I giudici della Suprema Corte confermano che il crocifisso nelle aule scolastiche non crea divisioni o contrapposizioni ma è espressione di un sentire comune radicato nel nostro Paese e simbolo di una tradizione culturale millenaria”.
“È innegabile – ha concluso- che quell’uomo sofferente sulla croce non possa che essere simbolo di dialogo perché nessuna esperienza è più universale della compassione verso il prossimo e della speranza di salvezza. Il cristianesimo di cui è permeata la nostra cultura, anche laica, ha contribuito a costruire e ad accrescere nel corso dei secoli una serie di valori condivisi che si esplicitano nell’accoglienza, nella cura, nell’inclusione, nell’aspirazione alla fraternità”.